Una squadra di nove professionisti under 45 che mettono insieme competenze grafiche, testuali e strategiche – cui si aggiungono collaboratori freelance per specifiche esigenze – al lavoro per raccontare il mondo del food (ristoranti, aziende, eventi, frantoi e cantine) ma anche industrie, istituzioni, progetti culturali ed editoriali. Lo fanno in maniera nuova, originale e “leggera” come suggerisce il nome che gioca con la lingua inglese, ma attenta a rispettare – e spesso a farla venire alla luce con un lavoro “maieutico” fatto di ascolto approfondito ed elaborazione – l’identità di ogni brand, locale, prodotto.
«Prendiamo un’idea, anche solo un’intuizione, la scomponiamo e ne studiamo potenzialità, rischi, pubblico e contesto. Poi le costruiamo intorno un intero universo visuale, che diventa la sua casa e la sua identità», spiega il fondatore Mario Cavallaro. L’attenzione al settore enogastronomico deriva dal trovarsi in una terra ricca di prodotti e aziende ma anche dal suo personale interesse. Tra i clienti della ristorazione Gennaro Esposito – per La Torre del Saracino, la sua linea di pomodori e Festa a Vico –, Krèsios Project, Da Zero.
Ma è soprattutto sul packaging e sulle etichette – dai vini di San Salvatore 1988 e Montevetrano agli oli di Madonna dell’Olivo e le conserve di Casa Marrazzo, solo per citarne alcuni – che Nju colpisce nel segno, riuscendo a trovare per ognuno un mood e un segno grafico diverso, personale e di grande effetto. Un esempio? Le etichette degli oli calabresi di Tenute Librandi, che riprendono e attualizzano elementi dei mosaici bizantini di Vaccarizzo Albanese, paese Arbëreshë in provincia di Cosenza.
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