Dopo la quinta portata improvvisamente il caos. Eravamo in procinto di gustare il pesce lupo dell’Atlantico servito con una crema di topinambur e cereali soffiati. Un attimo dopo le persone sedute al tavolo sono fuggite alla velocità della luce: l’annuncio del capitano all’altoparlante informava che l’aurora boreale aveva fatto la sua tanto attesa apparizione. Nel tentativo di aggirare la folla che si muove- va verso la poppa della nave, sono riuscita ad affacciarmi, senza fiato e avvolta da un freddo pungente, giusto in tempo per osservare il cielo tingersi di un verde luminoso sopra il mare di Norvegia. Mi trovavo a bordo della MS Trollfjord, la nave sulla quale mi sono imbarcata per provare in anteprima The North Cape Express, una delle nuove rotte gastronomiche lanciate da Hurtigruten (che in norvegese significa “viaggio espresso”). La compagnia di crociere, che ha festeggiato i suoi 130 anni, ha iniziato nel 1893 trasportando passeggeri, posta e merci in angoli remoti della Norvegia durante la stagione invernale. Oggi, Hurtigruten Expeditions, orientata alla sostenibilità, gestisce navi in varie parti del mondo.
Il nuovo itinerario s’ispira al fascino dell’Original Norwegian Coastal Express della stessa compagnia, che s’immerge nella cultura e nella cucina norvegese, ma in questo caso si arricchisce di esperienze culinarie di alto livello, dando la possibilità di scegliere una durata compresa tra sette e 15 giorni. I viaggi più lunghi partono da Oslo e toccano le città costiere all’interno del Circolo Polare Artico, fino ad arrivare a Capo Nord (e ritorno), con l’opportunità di acquistare merluzzo fresco, confettura di rovo artico (camemoro o cloudberry) e altri prodotti locali lungo il percorso.
La crociera si svolge nei mesi più bui dell’anno, da settembre all’inizio di aprile, e offre ai passeggeri buone possibilità di ammirare l’aurora boreale – con una sorta di garanzia che ricompensa con un viaggio gratuito gli ospiti che non riescono a vederla. Non a caso, il fenomeno rappresenta l’intrattenimento serale principale: uno spettacolo naturale e affascinante che si manifesta dopo cena, ma di tanto in tanto può cominciare un po’ prima. Durante il mio viaggio di una settimana, ho mangiato tartare di renna e gelato preparato con birra locale e mi sono cimentata in avventure glaciali in località costiere lontane. Una di queste è iniziata con un tour dell’hotel di ghiaccio più a nord del mondo, Sorrisniva, costruito con 250 tonnellate di ghiaccio, e si è conclusa con una visita all’ice bar dell’hotel per gustare un cocktail. Il drink è stato preparato con vodka norvegese e blue buraçao, servito (naturalmente) in un bicchiere fatto di ghiaccio.
Ad Alta, che segna il traguardo della Finnmarksløpet – la corsa con i cani da slitta più lunga d’Europa – abbiamo incontrato esuberanti Siberian Husky che ci hanno fatto sfrecciare lungo un percorso innevato. A seguire, ci siamo ritirati in un’accogliente lavvu, una tenda tradizionale usata dagli indigeni Sámi, pastori di cervi, per bere una cioccolata calda intorno al fuoco. Vicino a Honningsvåg, una delle città più settentrionali della Norvegia sul Mare di Barents e importante centro di pesca commerciale del granchio reale, abbiamo mangiato questi enormi crostacei: ne sono bastati due per otto persone. In un secondo momento, ho guidato un quad ATV per poco più di 32 gelidi chilometri fino a Capo Nord, per raggiungere l’estremità di una suggestiva scogliera che offre una vista mozza- fiato sul Mar Glaciale Artico. La sera dopo, la nave ha attraccato a Tromsø per poco meno di due ore: il tempo sufficiente per dirigersi verso Bardus, un accogliente cocktail bar sulla strada principale, ricoperta di neve, per gustare un Dill & Tang con Bivrost Arctic Gin e un distillato a base di alghe fatto in casa.
Durante una lunga escursione a Sortland abbiamo cenato al Lille Kvitnes, il ristorante gemello del Kvitnes (ora chiuso) gestito da Halvar Ellingsen. Lo chef norvegese è uno dei pionieri del movimento fjord-to-table del Paese e uno degli ambasciatori culinari di Hurtigruten, con cui collabora creando piatti per i ristoranti di bordo. Ellingsen teneva in braccio il figlio, un neonato dalle guance rosee, mentre si fermava ai tavoli a salutare i commensali vestiti con salopette da sci e maglioni di lana. Dopo un pranzo a base di merluzzo al forno ricoperto di burro nocciola servito in abbinamento a un sidro di mele frizzante, abbiamo comprato alcuni dolci con ciliegie e cioccolato bianco per uno spuntino pomeridiano. È stato altrettanto facile avere un assaggio della Norvegia anche a bordo della nave, dove invece di ristoranti e bar di stampo internazionale, Hurtigruten si concentra su proposte più locali. La Brasserie Árran, ad esempio, serve piatti di ispirazione Sámi come il bidos, un tradizionale stufato di renna, mentre Flora, il ristorante principale della nave, offre pranzi e cene à la carte e colazioni a buffet. Lì iniziavo le mie giornate con sgombro affumicato, pane fresco con confettura di mirtilli rossi e un tagliere di formaggi che comprendeva il brunost – prodotto caseario norvegese dalla pasta marrone e il gusto caramellato.
In effetti, l’80% degli ingredienti presenti a bordo proviene da 50 fattorie, panetterie, caseifici e altri fornitori norvegesi, che vengono spesso ritirati insieme alla posta in ogni porto. Se questo vale anche per l’Original Norwegian Coastal Express, le nuove rotte North Cape Express e Svalbard Express offrono alcune esperienze culinarie aggiuntive, tra cui lezioni di cucina, tè del pomeriggio comprensivo di birre norvegesi e dolci locali, e un nuovo concetto di ristorazione come Røst, che propone una cucina raffinata incentrata su pesce e prodotti artici. Durante una cena in anteprima da Røst, il menu ci ha guidato lungo un viaggio alla scoperta della Norvegia proprio attraverso i suoi ingredienti. Uno degli assaggi era una capasanta di Frøya, una piccola isola al largo della costa di Trondheim, dove l’acqua gelida mantiene i frutti di mare al massimo della loro freschezza. La brioche ricoperta di miele è stata servita insieme alla tartare di renna e al midollo di alce, quest’ultimo proveniente da Steigen, poco più a nord. Il pesce lupo dell’Atlantico proviene da un allevamento fuori Trondheim e la succosa anatra da un allevamento all’aperto nel sud-est della Norvegia. E poi il dessert, un denso semifreddo al cioccolato, coronato da lamponi delle Lofoten e servito insieme a un ice wine a base di prugne locali. Uno dei gelati è stato preparato con la Lofotpils, di un birrificio artigianale dell’arcipelago norvegese delle Lofoten. La nostra cena di fine crociera a bordo della Trollfjord è stata l’ennesimo omaggio ai produttori locali, caratterizzata da mirtilli selvatici, formaggio di capra proveniente da un caseificio a conduzione familiare delle Lofoten che produce anche erbe aromatiche e alghe saccharine coltivate dalla Hurtigruten nella propria fattoria. Dopodiché abbiamo lasciato il tavolo – questa volta con più calma – per fare una passeggiata sul ponte, sperando di assistere per un’ultima volta allo spettacolo delle luci del Nord.