Palermo

Ojdå a Palermo: non chiamatelo (solo) bistrot

Bar à vin, cocktail bar, laboratorio e show-room di moda: tutte le anime del locale cosmopolita che non ti aspetti di trovare nel cuore del capoluogo siciliano.

Ci sono voluti occhi lunghi – quattro, per l’esattezza – e due menti visionarie per intravvedere in un angolo anonimo del centro storico di Palermo uno scorcio di futuro. Occhi e menti, quelli di Giuseppe Serafino, architetto, e della sua compagna Bim, stilista svedese, che ancora oggi, tuttavia, si stupiscono del successo che il loro Ojdå – nome ispirato alla tipica esclamazione svedese pari al nostro Ops! – ha guadagnato nel giro di brevissimo tempo tra i palermitani ma, ancor più, tra gli stranieri – turisti, stanziali, in transito – che lo hanno individuato ed eletto come indirizzo del cuore dalla colazione all’aperitivo serale scorgendovi evidentemente tratti affini all’internazionalità dei loro Paesi di origine.

Sbaglia tuttavia chi vede in questo luminoso crocicchio tra le vie Alloro e Paternostro esclusivamente rimandi al lungo soggiorno di Giuseppe e Bim a Berlino o al paese di origine di lei, perché Ojdå è (invece) effigie di una certa Palermo che, formatasi e sprovincializzatasi nelle grandi metropoli europee, ritiene che il capoluogo siciliano debba e possa tornare a essere capitale riconosciuta del Mediterraneo, capovolgendo quella fatale geografia che vuole il progresso culturale e sociale appannaggio esclusivo delle grandi metropoli del Nord del mondo. Giuseppe e Bim sono riusciti a dare vita a un tassello importante di questo upgrade decidendo di affrancare Ojdå da catalogazioni riduttive, scegliendo di mixare culture, sottraendo l’offerta gastronomica dal generalismo cittadino per puntare sulla convincente cucina vegetariana del giovane Marco Cuti – ex chef di Maurizio Zillo al Gagini di Palermo – e concentrando al suo interno più anime: bar à vin con una vasta scelta di referenze naturali tutte disponibili al calice, cocktail bar, bistrot, laboratorio e show-room di moda, teatro di performance artistiche estemporanee, spazio per eventi e, ancora, tutto ciò che Giuseppe e Bim – a seconda delle sollecitazioni e suggestioni – decidono che la loro creatura possa essere.

Accade, così, di trovarsi a degustare un piatto di Tortellini ripieni di formaggio di capra, Tenerumi, zafferano e foglie di fico o un’Insalata di fave, zucchina lunga, papaya (siciliana) e noci o a sorseggiare un calice di macerato, blend di uve siciliane o di un Tempranillo circondati da una babele di lingue, avvolti da un melting pot di visi e outfit, immersi in una session di giovani artisti isolani e – manco a dirlo – internazionali, deliziati dalle note morbide o sincopate di musicisti o dj. E tutto questa senza mai sentirsi in un locale modaiolo, tra gente che vuole apparire, partecipi di un fenomeno. Perché a riportare tutto nei ranghi della comprensibilità, della sostenibilità, di quel comfort amniotico che Giuseppe e Bim vogliono che Ojdå trasmetta e continui a trasmettere, ci pensa il fattore umano: il loro, innanzitutto, sempre gentili, sempre ben disposti all’ascolto di suggerimenti, ma anche quello di tutto il personale di sala e di cucina, intercambiabile all’occorrenza, prodigo di accortezze e sorrisi, informale e talvolta slow come ci si aspetta – del resto – da una città mediterranea. Dove il food è sempre più spesso street ma non sarà mai fast.

Maggiori informazioni

Ojdå
Piazza Aragona, 1, 90133 Palermo
instagram.com

 

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