turismo enogastronomico nella Okanagan Valley

Suolo antico, radici giovani

In Canada, la splendida Okanagan Valley sta emergendo come una nuova e stimolante destinazione per il turismo enogastronomico.

Solo 250 chilometri panoramici separano il limite settentrionale della Okanagan Valley (nella British Columbia) da quello meridionale che confina con gli Stati Uniti; sarà anche una breve distanza ma al suo interno c’è un mondo di vino. Il nord – con le sue colline boschive, il clima fresco e Riesling decisi – ricorda l’Alsazia o la Mosella; al sud si trova l’unica zona desertica del Canada, dove l’intenso calore estivo dà vita a rossi potenti in stile Bordeaux e a bianchi opulenti simili a quelli del Rodano.

«Grazie al fatto che dal nord al sud si trovano così tante aree ad alto potenziale per determinate varietà di uva. Non credo ci siano molte altre regioni vinicole come questa al mondo», nota Emily Walker, wine director del Naramata Inn, una proprietà restaurata di recente sulle sponde del lago che è diventata un punto di riferimento per gli amanti del cibo e del vino locali.

Questa vallata soleggiata si staglia lungo una serie di laghi incontaminati e ripide scogliere scavate dai ghiacciai in ritirata. «La Okanagan ha il suolo più diversificato e complesso di ogni altra zona al mondo», dice Anthony von Mandl, il proprietario di Mission Hill Family Estate (fondata nel 1981) e anche di altre aziende vinicole della Okanagan, comprese CheckMate e CedarCreek. «È l’unica regione formata dall’attività vulcanica e poi interessata non da una ma due ere glaciali».

I terreni qui sono antichi. La produzione del vino invece non lo è. Le prime vigne furono impiantate attorno al 1960 da missionari che avevano bisogno di vino per i sacramenti. Negli anni ’70 soltanto poche aziende erano già in attività, tra le quali Burgundian Blue Mountain e Germanic Gray Monk. Ancora fino agli anni ’90, la regione era più conosciuta per i tanti frutteti di peschi e per le attività balneari. Poi però, nel 1994, alla International Wine & Spirit Competition di Londra, Mission Hill vinse il premio come miglior Chardonnay del mondo, e improvvisamente la gente cominciò a prestare attenzione.

Al giorno d’oggi ci sono 185 aziende vitivinicole e oltre 3.600 ettari piantati a vigne, con oltre 60 varietà di uva dall’auxerrois allo zinfandel. E davvero “varietà” è la parola giusta – di terreno, uva, clima e anche di produttori di vino, che sono emigrati qui in grosso numero da tutte le parti del mondo, tra cui Francia, Germania, Portogallo, Australia e India.

Randy Toor e i fratelli sono una delle tante famiglie ad aver introdotto le pratiche agricole del Punjabi nei vigneti della vallata e, una volta assaggiato il vino ottenuto dalle uve che avevano coltivato, ad aver aperto la propria cantina. «Me ne innamorai subito» dice Toor, la cui Desert Hills Estate Winery è già divenuta una piccola realtà di culto per gli appassionati grazie al suo Gamay Noir dal color ciliegia. Desert Hills è solo una delle circa cinquanta cantine che si trovano tra la città desertica di Osoyoos e la piccola e singolare cittadina di Oliver (a ovest), circondata da quasi la metà dei vigneti della British Columbia tanto da essere soprannominata “capitale canadese del vino”. Molte aziende vinicole hanno ristoranti degni di nota; tra questi c’è il Miradoro della Tinhorn Creek Vineyards. Sorseggiando un elegante Chardonnay, gli ospiti possono ammirare il sole pomeridiano che avvolge come un mantello la zona di Black Sage Bench, al di là della valle, e che fa maturare i possenti rossi che entreranno poi nei tagli bordolesi di Burrowing Owl e Black Hills Estate Winery.

Spostandosi verso nord, i rossi di struttura cedono il posto a bianchi delicati, tipici dei climi più freschi, e le piccole cittadine sonnacchiose cedono il passo a fiorenti città di medie dimensioni lungo gli oltre 135 chilometri che costeggiano il lago Okanagan. Kelowna, principale centro urbano della vallata, è un vivace pullulare di centri commerciali, case vacanza sul lago e celebri aziende vinicole. Ma che sia nord o sud, è il clima che rende l’Okanagan Valley così accogliente sia per le viti sia per le persone.

Posizionata sul lato poco piovoso sottovento delle Coast Mountains, la valle ha una breve ma intensa stagione di crescita, con giornate calde e secche, notti fresche e tantissimo sole. «Le viti devono mettersi in azione in primavera, accelerando a fine stagione», dice Christine Coletta, proprietaria di Okanagan Crush Pad. Il risultato è un frutto pienamente maturo, bilanciato da un’acidità che invita al sorso successivo. «Ci sono purezza, freschezza e una certa carica nei nostri vini», sottolinea Coletta. «Sono esuberanti, pieni di energia». Questa vitalità è particolarmente evidente nelle bollicine agrumate del suo The Bub. Così come in altri vini della valle, come i Riesling piacevolmente astringenti di Synchromesh Wines e Tantalus Vineyards che si accendono con scorza d’agrume e note di frutta tropicale. Venticinque anni fa, la valle era una meta scelta soprattutto per le gite in barca, i campi da golf e per godersi il sole sulle tante spiagge lungo il lago. Oggi in molti vengono qui per il vino e il cibo locali, che si possono assaggiare soltanto nei 250 chilometri di questa stretta vallata, con i suoi terreni antichi, i laghi luccicanti e una certa esuberanza giovanile. Nelle parole di von Mandl, «è una regione davvero unica».—Joanne Sasvari

 

Vini da provare:

Si può fare una gita nella Okanagan Valley anche senza alzarsi da tavola. Ecco un paio di vini prodotti in zona che potrete ordinare anche online sui siti specializzati (ad esempio vivino.com)—Kelsey Youngman

Painted Rock Syrah 2015:

Dalla sapidità simile a quella dei vini del Nord del Reno e un’eleganza da climi temperati, questo Syrah è un valido ambasciatore della regione. Aromi vibranti di lampone sono mitigati da una leggera speziatura e tostatura e da un finale vellutato.

Quail’s Gate Pinot Noir 2018:

Pochi vini arrivano in Italia dalla Okanagan Valley, riteniamoci fortunati che quelli dell’azienda a conduzione familiare Quails’ Gate ci riescano. Questo Pinot è ben bilanciato: leggermente terragno con piacevoli sentori di ciliegia nera e una nota barricata.

Dove dormire:

Naramata Inn: questo storico boutique hotel di 12 stanze è la struttura più affascinante della valle, con un ristorante eccezionale che propone la cucina iperlocale dello chef Ned Bell.

Eldorado Resort: la posizione, proprio sul lungolago di Kelowna, non potrebbe essere migliore. Questo ampio resort accoglie gli ospiti in ambienti d’epoca e spazi più nuovi, e ha anche una piccola marina e una spiaggia privata 

Penticton Lakeside Resort: una vera istituzione dell’Okanagan. L’ala occidentale è opera del compianto architetto Nick Bevanda e assicura tranquillità agli appassionati di vino grazie allo spazio separato del Great Estates Wine Experience Centre

Dove mangiare e degustare:

Cosa piuttosto comoda, molti dei migliori ristoranti della Okanagan Valley si trovano all’interno delle principali aziende vinicole. Eccone alcuni dove poter passare direttamente dalla sala degustazione alla cena.

Block One – 50th Parallel Estate: Nella Lake Country, gli autoproclamati “glamour farmers” Curtis Krouzel e Sheri-Lee Turner-Krouzel hanno messo su una cantina che è una straordinaria meraviglia ingegneristica, famosa per il suo elegante e complesso Pinot Noir e per la cucina regionale a base di piatti cotti sul fuoco a legna.

Home Block – Cedarcreek Estate Winery: In questo rustico ma moderno ristorante di Kelowna, la cucina in stile mediterraneo dello chef Neil Taylor si abbina in modo interessante ai vini legati al terroir, da viticoltura a basso impatto e non invasiva, della Cedarcreek Estate Winery (Cantina dell’Anno di InterVin nel 2019).

Masala Bistro – Kismet Estate Winery: La famiglia di viticoltori Dhaliwal produce rossi muscolosi e fruttati che si sposano perfettamente con le spezie fragranti della cucina del Sud Est asiatico proposta dal ristorante Oliver, presso la stessa cantina.

The Bear, the Fish, the Root & the Berry – Spirit Ridge Resort: Ingredienti e tradizioni autoctone sono in menu, assieme ai premiati rossi bordolesi di grande struttura del vignaiolo Justin Hall. Nk’Mip Cellars è la prima azienda vinicola canadese di proprietà e gestione indigena.

 

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