Il periodo resta complicato – in Italia e nel mondo – e per Roma e il Lazio l’entrata in Zona Arancione ha significato maggiori restrizioni che colpiscono soprattutto il settore della ristorazione. C’è chi però non smette di cercare soluzioni e alternative che rispettino le norme di sicurezza per il contenimento della pandemia, e ogni tanto c’è anche qualche buona notizia. La nomina di Procida come Capitale Italiana della Cultura 2022, ad esempio, è stato accolto con gioia da molti: la piccola isola flegrea, che non si è mai lasciata travolgere e stravolgere dal turismo di massa ma sa come accogliere chiunque vi sbarchi, trova posto nel cuore di molti e tanti sperano davvero che “l’isola che non isola” (come recita l’indovinato slogan scelto per promuoverne la candidatura) possa essere un “laboratorio di felicità” e anche la base della ripartenza culturale del Paese dopo un periodo così difficile come quello attuale.
Ma nessuno può essere più legato a Procida di chi vi è nato e cresciuto, a cominciare da chef come Marco Ambrosino (patron di 28posti a Milano e animatore del progetto Collettivo Mediterraneo) e Gabriele Muro, alla guida della cucina di Adelaide al Vilòn a Roma.
Ospitato in un palazzo storico nel cuore della Capitale, l’hotel propone già da alcuni mesi la formula STAYVilòn (con pernottamento) e quella Smart Working&Eating (con la stanza a disposizione dalle 9 alle 18 a uso ufficio): un modo per rompere la routine delle interminabili giornate in casa e godersi la fantasiosa cucina mediterranea del giovane executive chef ma anche il relax nel bar In salotto e il fascino delle camere che affacciano su Palazzo Borghese, concedendosi una piccola fuga pur restando in città.
Da lunedì 25 gennaio, il “viaggio” proposto dal ristorante Adelaide porterà ancora un po’ più lontano, esattamente a Procida. Muro ha infatti deciso di dedicare alla sua isola un intero menu degustazione (proposto tutto i giorni, sia a pranzo che a cena), che ripercorre la tradizione procidana riletta con la testa e la mano dello chef: dagli antipasti La Colazione del Pescatore e Il Pesce Fujuto – due capisaldi della cucina di casa locale – alla Cicarella Nuda (spaghettoni con le canocchie), proseguendo con Lo Scorfano Scherza Sott’acqua e con un dessert che profuma degli strepitosi limoni isolani.
«Sono così felice ed emozionato che la mia piccola Procida è stata scelta come capitale della cultura 2022 che ho deciso di dedicarle un intero menu», racconta lo chef. «Sarà un menu con tutti i prodotti tipici dell’isola da sempre con tanta agricoltura e i piatti di tradizione: una cucina povera marinara, per quanto rivista con gli occhi di chi ha viaggiato. Un menu ricco di colori. Anche quello che mangiavo da bambino è giallo, arancio come gli agrumi, il rosso del pomodoro nei barattoli. Su tutto sempre l’azzurro forte del mare, dal gusto salmastro. Procida per me è una visione, un paesaggio che ho negli occhi e nel cuore da quando sono andato via dall’isola e che ogni volta che torno riaccarezzo dal vivo. D’altra parte se a sedici anni mi sono innamorato della cucina complice fu proprio il mare e il pesce di Procida».
Le ricette “procidane” di Gabriele Muro: