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Piemonte Anniversari Pio Cesare

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Pio Cesare. Futuro Anteriore

La storica cantina di Alba festeggia i suoi 140 anni con rilasci in edizioni limitate e nuovi progetti in vigna. Al timone Federica Boffa, quinta generazione della famiglia.

Al civico 6 di via Cesare Balbo nel centro storico di Alba, c’è un portone che potrebbe passare inosservato, secondo il tipico understatement sabaudo. Dietro la soglia, però, si producono da 140 anni alcuni tra i Barolo e Barbaresco più amati e conosciuti al mondo. La cantina Pio Cesare poggia saldamente sulle antiche mura romane della città e possiede oggi 75 ettari di vigne, tra cui i pregiati cru Cascina Ornato a Serralunga d’Alba, Cascina Il Bricco a Treiso e La Roncaglia a La Morra.

Fu Cesare Pio, nel 1881, a fondare l’azienda – intuendo lo straordinario potenziale dei vini delle Langhe – e a disegnare l’iconica etichetta che vede in effigie ancora oggi le medaglie vinte alle Esposizioni a cavallo dei due secoli scorsi. L’importante anniversario del 2021 è purtroppo coinciso lo scorso aprile con l’inattesa e tragica scomparsa, a causa del Covid, di Pio Boffa, quarta generazione della famiglia, colui che aveva custodito negli ultimi decenni lo stile della casa. E così la figlia Federica, a soli 23 anni, si è trovata a dover gestire un’eredità importante e impegnativa, da condividere con il cugino Cesare Benvenuto Pio, che già dal 2000 era il braccio destro dello zio. 

Con coraggio, determinazione e passione, la giovane erede ha accettato la sfida di guardare al futuro senza tradire le origini. In altre parole: continuare a rispettare le singolarità di ogni terroir e parcella riuscendo però a esprimerle nel loro insieme. In questo senso il Barolo Riserva 2000, preziosa edizione limitata in sole 500 bottiglie, racconta non solo un’annata memorabile ma anche lo stile impresso dal fondatore. 

Elegante, teso, perfettamente integro: un tributo alla longevità del Barolo e alla tradizione di famiglia. L’altro nuovo rilascio, anche questo in piccolissima tiratura (1881 esemplari, proprio come l’anno di fondazione), è il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba dell’annata 2017, proveniente da una porzione di ognuna delle quattro proprietà di famiglia in quel comune – Ornato, La Briccolina, La Serra e Lirano – che sono riprodotte in etichetta attraverso un tetraedro multicolore. Da non perdere – anche perché molto probabilmente non verrà più prodotto al di là di questo anniversario – per la sua complessità ed equilibrio, capace di convincere anche il più strenuo detrattore del millesimo 2017.

Nella filosofia di Pio Cesare esistono i Cru – dai Barolo Ornato e Mosconi al Barbaresco Il Bricco, che nasce da una vigna a Treiso a una delle altitudini più elevate delle Langhe – ma non esistono vini “base” (termine detestato da Pio Boffa). I “blend” sono una precisa direzione stilistica: gli storici Barolo e Barbaresco, quelli dalle etichette immutabili, da quest’anno recheranno in calce i nomi “Barolo Pio” e “Barbaresco Pio”, cioè gli appellativi con cui sono sempre stati chiamati fin dagli anni Sessanta dal pubblico di affezionati. 

Tra le altre novità in cantina – costruita su quattro livelli, di cui uno addirittura al di sotto della falda del fiume Tanaro – ci saranno nel giro di qualche vendemmia anche le prime prove di Timorasso, proveniente da due ettari e mezzo di vigne nei Colli Tortonesi, che si affiancherà dunque al Piodilei, raffinato e longevo chardonnay in purezza nato nel 1985, e a L’Altro, chardonnay con un saldo di sauvignon in una versione fresca e godibile. In più ci sono anche le bottiglie di Vermouth e di Barolo Chinato, prodotte secondo le antiche ricette di casa che erano gelosamente custodite da nonna Rosy. 

Un altro progetto a cui Federica Boffa tiene particolarmente perché ulteriore fil rouge che attraversa e tiene unite le generazioni di questa bellissima storia piemontese.

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