L’abbinamento – più emozionale che “scientifico”, naturalmente – tra cibo o vino e musica non è una novità: da Rossini ai libri e le performance di Don Pasta dedicati all’argomento e così via. Ma se invece a essere paragonata o affiancata a un genere musicale fosse una pizzeria (o meglio, una catena di pizzerie di taglio artigianale), cosa ne uscirebbe? Matteo Aloe, fondatore del gruppo assieme al fratello Salvatore nel 2010, non ha dubbi: sarebbe con grande probabilità l’indie, e in generale un tipo di musica prodotta da etichette indipendenti anziché dalle majors internazionali, senza fronzoli e originale, dritta al punto ma capace di emozionare. Simile, insomma alla pizza artigianale da lievito madre vivo che si sforna negli indirizzi Berberé in Italia e a Londra, lontana dalle mode e dalle derive gourmet a tutti i costi, per tutti e tutte ma anche per chi sa apprezzare i dettagli.
«La libertà dagli schemi, la scelta di non allinearsi a un sistema già costituito è la ragione fondamentale per cui Berberè ha un’anima indie. Berberè è quel posto in cui è possibile trovare all’interno dello stesso menù grandi classici come la marinara o la pizza con le alghe nori», racconta Matteo Aloe. Mentre Salvatore aggiunge: «Quando parliamo ai nostri team usiamo spesso un paragone che affonda le radici nella storia della musica. Citiamo due band: i Sex Pistols e i Clash. I Sex Pistols sono arrivati prima e hanno inventato il Punk ma diciamo sempre che a Berberè interessa di più la vicenda dei Clash perchè sono andati oltre il punk, si sono lasciati influenzare da altri generi e la contaminazione per Berberè, che già nel nome cita una miscela di spezie, è un ingrediente che non deve mai mancare».
D’altro canto, entrambi gli Aloe sono dei grandi appassionati di musica e concerti e, se li si conosce un pochino, non è difficile che incontrandoli o sentendoli per questioni lavorative si cominci a parlare di pizza e cucina e si finisca a commentare dischi o performance. Da questa attitudine personale sono nate molte iniziative che fin dagli esordi accompagnano le pizze di Berberè e il mood dei diversi locali colorati e informali: a cominciare dalla Web Radio Pizza or Vinyl, che propone le colonne sonore delle giornate in pizzeria con le selezioni musicali a cura di Davide Briani, e che lo scorso anno ha ospitato in anteprima nazionale l’album FOOD, nato dalla collaborazione e amicizia tra i polistrumentisti Paolo Fresu e Omar Sosa e dalle loro frequentazioni di pizzerie e ristoranti in giro per il mondo. Si tratta infatti di una collezione di composizioni originali campionate con voci, rumori e suoni registrati proprio in diversi locali, tra tintinnii di calici, coltelli che tagliano e olio che frigge. Oltre alle partnership con manifestazioni musicali sul territorio italiano, poi, i menu di Berberè hanno visto pizze ispirate ad artisti apprezzati dai titolari, come la Buon Inverno, con cavolo nero fiordilatte, porri, senape e cheddar tradizionale, dedicata nel 2020 alla band indie folk americana Bon Iver molto amata da Matteo Aloe.
Adesso arriva però la prima pizza la cui farcitura è stata ideata in diretta collaborazione con un artista: il cantautore romano Fulminacci, al secolo Filippo Uttinacci, vincitore della Targa Tenco 2019 come miglior Opera Prima per l’album La vita veramente e autore, tra gli altri, del singolo Ragù. Dall’incontro e la sintonia tra Matteo Aloe e il musicista è nata dunque la pizza Fulminacci – mare e monti: una cacio e pepe, evidente omaggio alle origini di Uttinacci, che si lascia “contaminare” da ingredienti spiccatamente umami – ma in gran parte comunque nostrani – come pecorino, funghi misti e alghe nori, ingrediente finora mai usato da Berberè nei topping, con il tocco finale della scorza di limone.
Una pizza insieme tradizionalista e creativa, per altro vegetariana e interessante anche dal punto di vista nutrizionale, accompagnata – dal nome ai sapori, vagamente retrò – da quell’attitudine nostalgica che caratterizza diversi testi delle canzoni indie italiane e che riporta gastronomicamente agli Anni Ottanta, quando il “mare e monti” troneggiava nei menu di tanti ristoranti tra antipasti variamente composti e pizze che mettevano insieme sull’impasto frutti di mare e prodotti di terra o montagna. Chi è curioso di assaggiare la trova nei locali Berberè di tutta Italia fino a novembre.