Forte inquinamento e uso massiccio di pesticidi stanno causando danni irreparabili all’ambiente rendendo la situazione delicata. Il numero – sempre più basso – di api, considerate il barometro dello stato di salute in cui si trova il territorio, ci dice che qualcosa deve cambiare. Con queste motivazioni il Consorzio di tutela della Finocchiona Igp ha deciso, grazie alla collaborazione con l’azienda specializzata in apicultura 3Bee, di donare tre arnie a Sapori della Toscana, azienda agricola di Cortona che produce finocchietto selvatico. «L’impollinazione gioca un ruolo fondamentale nella nostra catena alimentare ma, non avendo una funzione diretta nell’economia, gli insetti che hanno questo compito sono spesso sottovalutati» spiega il CEO di 3Bee Niccolò Calandri. È quindi sempre più urgente attuare una politica di ripopolamento delle campagne, con lo scopo di aumentare il numero di queste “amiche dell’agricoltura”.
D’altronde il finocchietto selvatico è uno degli ingredienti più caratteristici dell’insaccato toscano e questa iniziativa vuole dare un valore aggiunto al territorio in termini di mantenimento della biodiversità e preservazione dell’ambiente, come dice il Presidente del Consorzio Alessandro Iacomoni. Inoltre, con questo sistema la tenuta potrà far analizzare le sostanze presenti sui pollini e nei materiali depositati dalle api nelle arnie, dati che l’azienda 3Bee monitorerà per verificare lo stato di salute dei terreni coltivati dove gli insetti voleranno.
Il progetto si allinea perfettamente con l’ultima direttiva del MITE – Ministero della Transizione Ecologica – sulla preservazione della biodiversità e la tutela di queste preziose alleate della natura. Per il Consorzio il programma in corso rappresenta solo un primo passo verso l’arricchimento dell’ecosistema: è previsto a breve il posizionamento di altre cassette in ulteriori zone della Toscana per mantenere l’equilibrio dinamico della biosfera proprio grazie all’aiuto delle api. La Finocchiona Igp è dunque pronta “a prendere il volo” verso una filiera più sostenibile, tenendo ben presente che la qualità dell’ambiente in cui viviamo si riflette inevitabilmente in ciò che mangiamo.