Val D'Oca

Prosecco Superiore, Val d’Oca vira verso l’extra brut

La linea dedicata all’Horeca di Cantina Produttori di Valdobbiadene sposta verso il basso dosaggio le nuove Cuvée Classiche.

In un momento sfidante per il mondo del vino in generale – tra crisi geopolitiche e rincari di energia e materi prime – Val d’Oca scommette su un’evoluzione di prodotto che sembra segnare il futuro. Il marchio dedicato all’Horeca della Cantina Produttori di Valdobbiadene vira infatti verso l’extra brut con il nuovo progetto Cuvée Classiche, che gioca su uno stile enologico orientato a proporre un’idea di Prosecco “classica”, ma aprendosi anche ai palati più contemporanei. Non a caso il payoff introdotto nel marchio è proprio “Contemporary Classic”. «L‘evoluzione del gusto e il modo di bere delle persone si sta spostando verso spumanti più secchi – rimarca Alessandro Vella, direttore generale di Cantina Produttori Valdobbiadene – dunque abbiamo riorganizzato i nostri millesimati immaginando un prodotto per intenditori, che cercano anche nel Prosecco un gusto più elegante. È una direzione segnata anche per le Rive, tanto che non solo per Val d’Oca si è puntato su una extra brut e una brut, ma sono brut anche due delle tre Rive di Cantina Produttori di Valdobbiadene».

Quatto espressioni di Prosecco

Se dunque il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Millesimato Extra Dry è da oltre trent’anni un’etichetta icona per l’azienda, l’idea di declinare in quattro cuvée le differenti personalità del Prosecco Superiore cerca di allargare la platea dei consumatori pur mantenendo una cifra stilistica propria. Così, dopo aver introdotto la versione Brut, ora tocca alla novità che è quai una svolta, ovvero il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Millesimato Extra Brut. Un Prosecco più complesso e gastronomico, in grado di intercettare un pubblico sofisticato. La collezione si completa con il Prosecco Doc Rosé Millesimato Brut, espressione della più recente tipologia della denominazione DOC, ma pensato per stare a fianco dei Docg. «Le Cuvée Classiche sono un segno di continuità con il percorso di Val d’Oca, e di forte cambiamento del brand – aggiunge Vella – che doveva iniziare dal nostro prodotto più iconico, racchiuso nella bottiglia nera satinata. In questo progetto di ristrutturazione del brand siamo partiti dalle linee che per noi rappresentano i volumi maggiori (i millesimati valgono circa 1 milione di bottiglie), ma poi andremo verso l’alto sulle Rive e il Cartizze». E proprio sul Cartizze il manager svela un sogno per il futuro. «Ho da tempo in testa l’idea di portare anche il nostro tradizionale Dry verso un dosaggio più basso – spiega – spingendoci verso il brut. Questo vino d’eccellenza del nostro territorio è troppo spesso relegato ai momenti di festa eccezionali, ma secondo me dovrebbe esser bevuto più spesso. Ho assaggiato i brut di alcuni colleghi produttori ed è davvero interessante».

Mille ettari di vigneto

La vigna rappresenta un patrimonio unico per la Cantina Produttori di Valdobbiadene. Potendo disporre – grazie alla base sociale di 576 viticoltori – di mille ettari di vigneto sulle colline di Valdobbiadene di cui 11 nel cru Cartizze, con oltre 200 ettari di Rive, la Cantina è consapevole della propria responsabilità nella valorizzazione del territorio. «Se non giochiamo noi questa partita per la qualità dei vini e per la valorizzazione delle nostre colline chi altro dovrebbe farlo? – osserva Vella – Noi facciamo solo Prosecco e vogliamo farlo sempre meglio». La mappatura dei vigneti degli associati permette un flusso costante di informazioni dalla vigna alla cantina e viceversa, come ad esempio l’elaborazione dei dati forniti dalle centraline meteo sparse sul territorio, che consentono di suggerire al singolo socio il momento migliore per le diverse operazioni in vigna.

Progetti per la crescita

Nel frattempo i numeri danno ragione al processo di qualificazione del prodotto. Cantina Produttori di Valdobbiadene ha infatti chiuso il 2022 (ovvero il primo semestre di esercizio) con un incremento di fatturato dell’8%, mentre l’incremento è più limitato per numero di bottiglie. Ora il 2023 si è aperto con qualche preoccupazione: «Ovviamente dobbiamo cercare di portare a casa un po’ di copertura degli aumenti che ci sono stati, soprattutto per il materiale secco – conferma Vella –. Non è facile, perché sarebbe il terzo anno consecutivo che aumentiamo i listini. Ci chiediamo se il mercato reggerà i nuovi, inevitabili aumenti. In fondo il Prosecco Doc si piazza nella fascia media di consumo, il Docg in quella medio-alta, ma in ogni caso è entrato nel consumo quotidiano e incrementi di prezzo eccessivi rischiano di minarne il posizionamento. La risposta? Investire su qualità e posizionamento». E l’apertura allo sviluppo di un enoturismo sempre più propositivo è un altro fiore all’occhiello per la Cantina.

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