Che Marco Caprai fosse l’artefice delle fortune dell’azienda fondata dal padre, Arnaldo, nel 1971 è chiaro a tutti, grazie al suo approccio interdisciplinare. Da sempre convinto sostenitore delle potenzialità dei territori umbri di Montefalco, le sue abilità nell’utilizzare l’innovazione come mezzo – sia tra i vigneti sia nella gestione aziendale – per esportare e far conoscere al mondo le sfumature del Sagrantino sono valse all’azienda numerosi riconoscimenti – nel 2022 erano tra le nostre 50 cantine top dell’anno. Al di là dei premi di settore, Marco Caprai si è spesso distinto per il suo impegno etico, dettaglio che non è di certo sfuggito al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lo ha scelto come Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (proprio qualche giorno fa vi avevamo parlato del pasticcere Nicola Di Lena che in Puglia ha avviato un’attività imprenditoriale etica volta a includere persone con differenti disabilità)
Il Motivo? “L’uomo del Sagrantino” – così viene chiamato nel panorama enologico – collabora dal 2016 con la Caritas di Foligno per un progetto che ha dato lavoro a più di 200 migranti nell’azienda agricola Arnaldo Caprai, i quali si occupano delle pratiche quotidiane in vigna, dalla potatura dell’uva fino alla raccolta degli acini. «È la prima volta che questa onorificenza viene assegnata a un produttore di vino e questo, per me, non è solo motivo di grande orgoglio personale: questo riconoscimento dimostra, infatti, anche la straordinaria capacità dell’agricoltura di integrare e includere – commenta Marco Caprai –. Vorrei che il terzo settore forse più coraggioso nel guardare le capacità dell’impresa e soprattutto dell’impresa agricola. Due terzi dei richiedenti asilo continuano a lavorare con noi: il mondo agricolo soffre di carenza di manodopera e queste persone possono colmare questo vuoto, con qualità e impegno».
Un progetto virtuoso che si è trasformato in opportunità per la realtà vinicola del Centro Italia e che può contare sulle capacità di questi agricoltori per almeno 180 giorni all’anno. «Progetti come questo hanno una portata ampia, etica e innovativa, perché collegano il primo settore, l’agricoltura, e il terzo settore (ovvero il mondo del no-profit, semplificando), in una sinergia che diventa virtuosa: aiuta le aziende e aiuta tante persone in difficoltà a ricostruirsi una vita attraverso il lavoro, contribuendo al grande e fondamentale tema dell’inclusione. Ed è anche un arricchimento della società, visto che con progetti come questi si mettono in comunicazione, in maniera positiva e concreta, persone che arrivano da popoli, Paesi, tradizioni e culture diverse».
Il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica si somma al riconoscimento ricevuto a giugno da parte dell’UNHCR, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, che lo ha insignito del titolo “Welcome. Working for refugee Integration”, senza poi considerare l’impegno di Caprai nella sostenibilità ambientale con il programma New Green Revolution che ha ottenuto la certificazione da parte di CSQA – un organismo di certificazione a controllo pubblico attivo nei settori dell’agroalimentare – che ha permesso alla cantina di dotarsi del primo protocollo italiano di sostenibilità territoriale certificato in campo vinicolo.