Il rigore stilistico di Pietro Lingeri, esponente di spicco del razionalismo italiano, versus l’estro creativo di Patricia Urquiola: è questa felice dicotomia a conquistare prontamente gli ospiti all’ingresso di Casa Brera, il nuovo luxury hotel milanese rintanato nella discreta Piazzetta Bossi, a pochi passi dalla Scala e dalle boutique di via Montenapoleone. Gestito da Marriott International, l’hotel occupa infatti un edificio progettato alla fine degli anni 50 dall’architetto comasco e oggi interamente ripensato dalla designer spagnola secondo la sua inconfondibile cifra che si riverbera anche nelle 116 camere – eleganti, luminose, arredate con colori morbidi e pezzi contemporanei.
I quattro outlet gastronomici ne fanno una vera e propria destinazione per foodies: l’all-day lounge bar Casa Brera Living, il ristorante italiano Scena, il rooftop panoramico con skybar Etereo e il giapponese Odachi. A supervisionare e firmare la proposta dei primi tre è Andrea Berton, eponimo chef del ristorante con una stella Michelin, mentre è Haruo Ichikawa a sovrintendere l’offerta orientale. Aperto dalla colazione al dopocena, Casa Brera Living è lo spazio cozy, all’ingresso dell’hotel, dove rifugiarsi dopo un’intensa giornata di shopping per un estemporaneo Panino al vapore con brasato di maiale e verdure ma anche per un cocktail all’ora dell’aperitivo o per una tisana di mezzanotte.
Sullo stesso piano si trova Scena: il menu include classici rivisitati con prudenza, tra cui il Galletto “come una Caesar salad” o il Risotto alla Milanese con timballo di ossobuco e sugo di vitello. Qui viene servita anche la colazione à la carte, che comprende viennoiserie di gran livello e uova in ogni foggia, preparate impeccabilmente. Si sale all’ultimo piano dell’hotel per scoprire Etereo, lo skybar con una vista panoramica a 360° – dal Duomo a City Life e Porta Nuova –, una terrazza e una piscina all’aperto, preziosissima nella bella stagione. L’ambiente è colorato e informale, il servizio giovane e volenteroso, il menu invita alla condivisione: molto buona la pizza – tanto la Marinara con acciughe, capperi e olive taggiasche quanto la Focaccia con vitello tonnato – e altrettanto convincenti il Cuore di lattuga, avocado, limone candito e amaranto, il Ceviche di branzino e i Ravioli di magro con fonduta di pomodoro e pesto di basilico. C’è una piccola carta dei vini con qualche buona referenza e, in alternativa, signature cocktail come il Fashion District Fizz o il Milanese Nobile.
Senza dover uscire dall’hotel, c’è modo di fare un percorso tra sushi, sashimi e tempura (ma da provare è pure il Takoyaki Odachi Style, cioè Polpo croccante con crema di patate allo yuzu kosho, verdure di stagione, katsuobushi e maionese al tonkatsu) da Odachi, l’insegna giapponese che può contare sull’esperienza dello chef Ichikawa e che propone anche una tradizionale esperienza omakase, solo su prenotazione.