Alla fine degli anni 90 tra gli appassionati di cucina girava un detto che diceva più o meno così: “Il Monferrato sarà le Langhe del Duemila”. Dopo un decennio abbondante di successi e sviluppo del mondo del vino e dell’indotto sul turismo enogastronomico in Langhe e Roero, appariva infatti probabile che il Monferrato astigiano potesse divenire la nuova frontiera di crescita per un comparto così importante. A distanza di venticinque anni non sappiamo se questo sia avvenuto, probabilmente no, ma si è sicuramente rafforzata la sensazione che una buona dose di grandi contenuti che alimentano il territorio albese provenga anche da qui. Tra agricoltura, artigianato e buona imprenditoria, questo territorio piuttosto silente si configura sempre più come un motore operoso in perfetto understatement piemontese. Ed è qui, in effetti, che negli ultimi anni si sono viste interessanti aperture di locali accoglienti e originali, capaci di introdurre elementi nuovi alla liturgia della “cucina piemontese” (la regione è grande e la definizione le sta stretta, ma è con la cucina di queste zone che è cresciuto un vero modello regionale) e dei suoi classici estremamente proteici.
Ras-cia Muraje, ovvero i raschia muri, in omaggio agli antichi mestieri tradizionali del paese (si raschia- vano i muri per raccogliere salnitro necessario alla realizzazione di polveri piriche), è a Cisterna d’Asti, piccolo e accogliente borgo sulle colline vicine al più noto San Damiano. Si definisce ristorante anche se forse lo inquadriamo meglio raccontandolo come osteria contemporanea, se non altro perché dell’osteria possiede l’atmosfera rilassata e inclusiva e una certa informalità. Contemporaneo lo è sicuramente per via della giovane età dei gestori e titolari e per le scelte gastronomiche, caratterizzate da una spiccata originalità nella costruzione dei piatti. Non a caso, anche qui, gli stessi sono raccontati per somma degli ingredienti, come a voler valorizzare la materia prima e non la tecnica di realizzazione (pur ottima). E dunque: uovo morbido – cardi – nocciole oppure tartrà – finferli – fondo vegetale – làit brusch o ancora tajarin – zucca – ragù di cortile.
Unica concessione descrittiva sono le animelle “come un capunèt”. Noi abbiamo assaggiato diverse cose, anche perché c’è la possibilità di abbinare tre piatti a scelta più un dolce praticamente allo stesso prezzo di una pizza nel centro di Milano. Scelta di vini ampia e interessante, come in ogni ristorante monferrino che si rispetti, con una significativa presenza di produttori esteri a fianco di scelte locali particolarmente originali. Per tutte queste ragioni Ras-cia Muraje è già un posto di culto per gli appassionati, compresi i ristoratori vicini che lo frequentano nel loro giorno di chiusura. Insomma bisogna sempre prenotare: i posti a tavola non sono molti.