Chiedete a qualsiasi bartender e ve lo confermerà: l’Espresso Martini, il cocktail che tanto fece parlare di sé negli anni 90, è tornato per prendersi la sua rivincita a base di caffeina. Ma, nel mondo della mixology contemporanea, i tuffi nel passato non mancano. Sono di nuovo in auge Martini in ogni versione, tra cui il Cosmopolitan, il drink reso famoso da Carrie Bradshaw e comitiva in quel fenomeno televisivo dell’era Clinton che fu Sex and the City. Sono inoltre ricomparsi l’Harvey Wallbanger, il Midori Sour e il Frozen Daiquiri. “I’m gonna party like it’s 1999”, cantava Prince, e mai motto fu più adeguato. «Per un certo periodo, nei bar ci si è presi un po’ troppo sul serio — dice Adam Montgomerie dell’Hawksmoor di New York —. Ma ora ci si diverte di più. Un Martini, perché no, può anche essere interpretato con ironia». Prendete il suo Apple Martini: niente di più distante da ciò che si serviva nei bar da centro commerciale dei vecchi tempi. Le idee alla base dei drink anni 90 sono senz’altro ancora valide, ma oggi si può lavorare meglio su composizione ed equilibrio. Gli agrumi autentici hanno preso il posto del sour mix, i succhi freschi hanno surclassato quelli confezionati e i liquori sintetici e scadenti da bancone sono stati rimpiazzati da spiriti artigianali. «Pensare al DNA di un cocktail ed esaminarne il profilo gustativo — afferma la cofondatrice di Speed Rack Lynnette Marrero — aiuta molto», per riproporlo poi attraverso «prodotti raffinati». Come, ad esempio, il succo di melograno al posto di quello ai mirtilli rossi nel suo Cosmo Nouveau. «Ha un sapore gradevolmente acidulo, che si sposa benissimo con il liquore e il lime».
Ritorno al futuro
- 10 Gennaio 2023
- Betsy Andrews