la pizzaiola e patron di Marita a Roma

Roberta Esposito, pizzaiola “per caso”

Dal locale di famiglia ad Aversa, La Contrada, all’inaugurazione romana di Marita: una storia di talento e di passione in chiave femminile.

A 13 anni Roberta Esposito si è trovata catapultata dalla tranquilla esistenza di un’adolescente campana in una famiglia “normale” a quella – con orari e routine completamente diversi e pomeriggi trascorsi a studiare sui tavoli del locale invece che alla scrivania di casa – di figlia di ristoratori. I genitori Luciana e Walter, grandi appassionati di cucina, decisero infatti di cambiare vita rilevando il ristorante in un palazzo storico di Aversa di cui erano assidui frequentatori, inserendovi anche la pizza.

Così facendo cambiarono anche quella dei tre figli: Raffaella, Roberta e Alessio, tutti coinvolti in qualche modo nella nuova avventura di famiglia. La prima in sala e poi ai dolci per un certo tempo, l’ultimo in cucina e lei, la mezzana, al banco delle pizze. Da qualche anno ormai sono Roberta e Alessio a guidare La Contrada: lui si è dimostrato un bravo chef, artefice di ottimi piatti e preziosa spalla per la definizione dei topping, mentre lei è semplicemente una delle pizzaiole più talentuose al lavoro in Italia. Un percorso nato quasi per caso: Roberta aveva iniziato a dare una mano in sala, ma quel che accadeva davanti al forno la incuriosiva e così stava spesso lì a guardare i gesti del pizzaiolo, mettendo quando capitava le mani in pasta quasi per gioco.

Una sera, però, dovette sostituirlo del tutto e il risultato fu tanto convincente che in famiglia le dissero: «Perché la pizza non inizi a farla tu?». Così, a 27 anni, è cominciata ufficialmente la sua fortunata carriera da pizzaiola: premiatissima per le ottime pizze de La Contrada, e tra le protagoniste del programma Tv Pizza Girls, da ottobre 2024 è arrivata anche a Roma con Marita. Frutto della ristrutturazione attenta al recupero di materiali e ambienti di un preesistente locale in zona Corso di Francia, con tanto di veranda e grazioso dehors per le serate più miti, la nuova insegna porta nella Capitale le sue pizze che rileggono lo stile napoletano in maniera personale, senza eccessi e manierismi.

Con un panetto dal peso contenuto e l’impasto profumato e leggermente croccante grazie all’uso di farina tipo 1 e alla cottura super precisa in un forno elettrico di nuova generazione, risultano leggere e buonissime. Roberta è spesso presente con la sua verve sbarazzina ma rigorosa e “tosta”, insieme rispettosa della tradizione e originale: il nome, che si legge con l’accento sulla “i” e ne rimarca il carattere femminile, nasce dalla crasi tra Marinara e Margherita, i due capisaldi della tradizione napoletana che non possono mai mancare nel menu di una pizzeria. E infatti, dopo gli antipasti che segnano un bel punto d’incontro tra Roma e Napoli – dal supplì Marita con ragù, mozzarella, Parmigiano e home made ketchup allo strepitoso crocché di baccalà a base di patate rosse, Parmigiano e mantecato di baccalà con l’indovinato tocco della maionese al wasabi – la carta parte con le Classiche. Tra queste spiccano, oltre all’imprescindibile Margherita, la squisita Marinara Evolutiva (con pomodoro San Marzano schiacciato a mano, datterino, origano fresco, aglio rifermentato, foglia di cappero, terra di olive nere e caviale di acciughe) e la Provola e Pepe in cui il collaudato mix campano di pomodoro San Marzano, provola dei Monti Lattari e olio extravergine irpino di Ravece, si arricchisce del Parmigiano croccante al basilico e delle note aromatiche del pepe di Kampot, dalla Cambogia.

Tra le signature figura anche la Amarita – “amatriciana in bianco” con guanciale croccante e pecorino da grattugiare, mentre il sugo di pomodoro viene servito a parte in un tegamino da aggiungere a piacere o per intingervi il cornicione –, creata apposta per Roma insieme allo chef Jacopo Manganello, braccio destro di Roberta in cucina nell’indirizzo romano. Merita l’assaggio anche la squisita Bruciata, con pomodori (datterini gialli e rossi e pomodori verdi) abbrustoliti con timo, rosmarino e basilico, salsa di scarpariello (tipico condimento campano per la pasta) affumicata, mozzarella di bufala e perlage di basilico: entrerà poi di diritto nella “carta delle Margherite”, ode alla diversità nostrana del pomodoro già presente a La Contrada e a breve introdotta anche a Roma. Impasto ad hoc e cottura diretta in teglia per le pizze al padellino, che guardano alla tradizione campana del “ruoto” sfornando dischi leggeri e croccanti ma compatti, pronti ad accogliere condimenti robusti come nel caso della Profumo di Bosco (con provola dei Monti Lattari, Shiitake al miso, salsiccia affumicata, fonduta di Parmigiano, pepe in grani e porro fritto), e ideali da condividere.

Per accompagnare pizze e fritti ci sono birre, una selezione vini (pochi ma indovinati, incluse bolle italiane e francesi) e cocktail studiati per l’abbinamento, mentre una sala è dedicata ai tre percorsi degustazione proposti, pronti pure a essere variati secondo le preferenze degli ospiti. Si possono chiedere pure, in sicurezza, pizze senza glutine e con mozzarella senza lattosio, mentre le proposte vegane sono segnalate sul menu dalla fogliolina. Per chiudere la cena non si può rinunciare a una fetta di Polacca Aversana, tipico dolce campano di probabile origine conventuale in cui un sottile strato di pasta brioche sfogliata racchiude il ripieno di crema pasticcera e amarene sciroppate. In alternativa c’è il Tirababà, babà inzuppato nel caffè con crema al mascarpone e cacao.

Maggiori informazioni

Marita Pizzeria
via Flaminia 515, 00191 Roma
maritapizza.it

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