Quello che state leggendo è un lungo racconto a tappe della miglior ristorazione d’albergo in Italia. Ma potrebbe benissimo essere una fotografia in grande formato della nostra eccellenza culinaria tout court, a prescindere dal luogo. Ché le due cose sono ormai in buona (buonissima) parte sovrapposte. Lontani i tempi della pensione completa, del timore reverenziale che tormentava l’ospite in procinto di varcare la soglia di un cinque stelle nella propria città, dei piatti discutibili di menu fotocopia che si definivano “classici” ma che accontentavano solo il più stanco dei viaggiatori (ma sia chiaro: nessuno metta in discussione il primato del Club Sandwich tra i cibi comfort), da qualche anno l’hôtellerie è diventata definitivamente la galassia dove vivere entusiasmanti esperienze gastronomiche, tradizionali o d’avanguardia, casual o più formali. Le ragioni sono molteplici: la presenza di un grande chef fa oggi la differenza nella scelta al momento della prenotazione ed è un forte motivo di attrazione per un pubblico trasversale, non solo residente in hotel. Ribaltando il punto di vista: una struttura di lusso (a patto che la proprietà sia illuminata) garantisce al cuoco la possibilità di seguire un percorso ambizioso ed economicamente sostenibile. Ora che il turismo sta ripartendo con grande slancio, si moltiplicano i nuovi investimenti, gli avvicendamenti ai fornelli ma anche le importanti e attese conferme dopo questi anni sospesi e sfiancanti. Dalla Liguria alla Costiera, da Venezia a Roma, siamo andati a scoprire le novità più interessanti e siamo tornati a visitare alcuni luoghi (non tutti, non basterebbero tre numeri di Food&Wine Italia a contenerli) diventati ormai una destinazione (nella destinazione) classica. Da quando – quasi trent’anni fa – Heinz Beck divenne lo chef della Pergola all’ultimo piano del Rome Cavalieri, da quando Antonio Guida passò nel 2015 dal Pellicano a Porto Ercole al neonato Mandarin Oriental Milan, il panorama della cucina in hotel ha progressivamente accelerato in qualità e diversità. Basti pensare alla felice liaison tra Niko Romito e Bulgari o alla rinnovata (o per meglio dire inedita) attenzione che i brand più importanti, da Belmond a Four Seasons, a Marriott, stanno dedicando ai propri contenuti enogastronomici. E a quanto avviene pure nei wine resort (sempre di hotel stiamo parlando, e sull’argomento torneremo presto) con casi emblematici come quello di Juan Camilo Quintero, giovane e talentuosissimo chef di Borgo San Felice, incantevole Relais & Châteaux a Castelnuovo Berardenga, che lo scorso anno si è meritato il premio come “miglior esperienza enogastronomica in hotel” ai Food&Wine Italia Awards. Pronti? Partite con noi alla scoperta delle mete – e delle cucine – più seducenti d’Italia.