Nell’anno in cui a Pesaro inaugurava il Museo Nazionale Rossini a Palazzo Montani Antaldi una coppia di ristoratori apriva Rossini Bistrot. «Un’ovvietà, ci siamo detti, nella città che ha dato i natali al celebre compositore italiano vissuto nell’Ottocento, ma fino al 2019 nessuno aveva ancora pensato di mettere questo nome in città a un ristorante», riflette Eliana Mennillo, proprietaria dell’insegna con il marito e socio Cesare Gasparri, nome che ha gravitato nelle cucine di Gualtiero Marchesi ed è stato capo partita al Bulgari Hotel a Londra. Lei in sala, lui in cucina, Eliana è in realtà una pesarese felicemente adottata: nata a Napoli, ha vissuto anche a Roma dove frequentò uno dei master del Gambero Rosso prima di trasferirsi a Colorno per lavorare nella comunicazione di Alma, la Scuola Internazionale di Cucina fortemente voluta da Gualtiero Marchesi, un’esperienza significativa per il suo percorso personale e lavorativo.
«Durante l’Accademia ho conosciuto il mio attuale marito e nel 2017 aspettavo nostro figlio Donato – racconta Eliana –: ho raggiunto Cesare a Milano, ma dopo un anno abbiamo deciso di trasferirci a Pesaro, la sua città. L’ho seguito volentieri perché mi piaceva l’idea di vivere in un luogo che mi permettesse di raggiungere il mare in soli sette minuti, di abitare in una dimensione green che promuovesse l’uso della bicicletta (famosa è la bicipolitana del comune e una delle tante piste ciclabili traccia la pista Pesaro-Fano, nda) e soprattutto di investire in un contesto vergine, ideale per iniziare un progetto come il nostro», un’intuizione che a distanza di cinque anni dall’apertura del bistrot trova forza nel nuovo ruolo che ha investito Pesaro per il 2024 come Capitale italiana della cultura.
Le origini napoletane dell’imprenditrice spiegano anche il suo (iniziale?) scetticismo nei confronti della famosa pizza Rossini, tipicità del posto con uovo sodo e maionese – nessuno ha mai gridato allo scandalo, anzi è un simbolo di Pesaro almeno quanto Valentino Rossi. «La mattina al bar è gettonatissima accanto al caffè – racconta la donna che però non ha messo in discussione le sue abitudini a colazione –, mio marito è un grande fan di questo abbinamento e i banconi dei locali sono praticamente divisi a metà: una parte è dedicata al dolce e l’altra ai pezzi salati, come qui chiamano la focaccia-sfogliata che interpreta localmente il concetto del classico tramezzino. Tra gli indirizzi più buoni sul tema c’è la pasticceria Alberini che prepara anche un ottimo cappuccino».
A Rossini Eliana e Cesare hanno dedicato persino un caffè – tra i dieci speciali in carta nel nuovo brunch del fine settimana – che ricorda un po’ il bicerin torinese con la sua ganache al cioccolato, e poi crema diplomatica e amarena di Cantiano. Naturalmente il cognome dell’autore del Barbiere di Siviglia ricorre anche in alcuni dei loro piatti che ruotano spesso in menu, al di là di poche ricette, tra cui il loro Filetto di manzo alla Rossini, foie gras d’oca, salsa Perigord al tartufo nero e patate arrosto. Il tartufo nero di Montefeltro è presente anche nei Tortellini ripieni di mortadella e crema di Parmigiano Reggiano 24 mesi, una pasta ripiena di cui pare andasse ghiotto il musicista (non a caso a Lugo, in provincia di Bologna, è rimasta la sua casa-museo).
In un avamposto romagnolo in terra marchigiana come Pesaro, non potevano mancare i riferimenti alla campagna, agli animali da cortile, alla piadina, ai passatelli o ai cappelletti. L’omaggio alle Marche si svela con il welcome regionale per eccellenza, ovvero l’oliva all’ascolana: «A prepararle è Sergio Mandozzi dell’omonima macelleria con gastronomia a Castel di Lama. Ne consumiamo circa 50 kg al mese e ogni volta andiamo di persona nella sua bottega che porta avanti insieme alle figlie». I più attenti noteranno le ceramiche del servizio di questo starter inserito in alcune zuccheriere che, per l’occasione, cambiano destinazione d’uso: «Fanno parte della linea Montefeltro di Laboratorio Pesaro e molte signore pesaresi le conserveranno nel loro servizio di nozze», una scelta identitaria per la coppia che dà l’importanza storica alla lavorazione della maiolica per la zona.
Rossini Bistrot è insomma una chicca per chi viene a Pesaro anche per la caratteristica corte interna ricavata tra le mura antiche del centro storico come per molte abitazioni di una volta, uno spazio che con la bella stagione viene adibito a dehors. La sala accoglie una trentina di coperti che, non di rado, vengono serviti da stagisti che arrivano direttamente dall’Alma, il luogo dove per Eliana Mennillo e Cesare Gasparri tutto è cominciato.