Fino a qualche anno fa, il folcloristico mercato del pesce di Catania, ‘a piscaria in dialetto, contrariamente all’attuale nome abbondava di macellerie (tra quelle ancora operative c’è l’ottima insegna di Castorina, bottega a conduzione familiare specializzata in cotture espresse al bbq e preparazioni di carne equina). Non sorprenderà, quindi, sapere che Scirocco, apprezzato street food di mare, ha occupato gli spazi dove un tempo lavoravano dei macellai.
L’idea è venuta a Marco Timpanaro, imprenditore di origini ennesi che ha lavorato per diversi anni con il padre nel mondo del catering fino a prendere in gestione, con suo fratello, la Cappella Bonajuto, una delle architetture più antiche in città, e animarla con eventi a tema culinario. Scirocco è figlio dell’omonimo vento caldo che soffia sul Mediterraneo e delle letture de “I Malavoglia” in cui veniva menzionato nel gergo peschereccio indicando un periodo di abbondanza e prosperità.
Certo, quando nel 2016 Marco alzò per la prima volta la saracinesca non immaginava di friggere 1.500 pezzi al giorno (la qualità è garantita anche dall’iniziale consulenza di Pasquale Torrente, fuoriclasse campano dei cuoppi, che lo ha aiutato per la scelta dell’olio e l’impianto di aerazione). Tutto è iniziato in una cucina di 16 metri quadri e in sola modalità take-away: il format oggi si è allargato in più sale e con tavolini alti all’esterno sotto la tenda, ricreando un’atmosfera che ricorda quella dei pintxos bar dei Paesi Baschi.
La specialità della casa è la sarda alla beccafico che, come molti piatti regionali, cambia di provincia in provincia. La ricetta proposta da Scirocco è un gemellaggio tra Palermo e Catania e unisce la Sicilia: le sarde sono arrotolate come fanno nel capoluogo e non distese, fritte alla maniera catanese e ripiene di impasto homemade ottenuto con pangrattato, pinoli e uvetta, più olive e capperi. La sua variante è sul crostino con il pane del forno di Valeria Biancuccia, un ex avvocato che da qualche anno ha scelto la via della panificazione (e della felicità): una fetta di farina di grano duro Persaciacchi su cui vengono spalmati pinoli, uvetta e porro sopra la sarda fritta. Da non sottovalutare i tramezzini di pesce e il cous cous da abbinare a una delle bibite a marchio Scirocco, come la limonata o il mandarino verde.
Per concludere in dolcezza il pasto, si consiglia di ordinare il cannolo, anche questo fatto in casa, almeno per la cialda, la stessa che si può riempire al momento prima di imbarcarsi sul volo del ritorno a Catania. Succede nello store di Scirocco Food Lab, che ha trovato casa nell’area partenze dell’aeroporto di Fontanarossa. In attesa di consolidare l’espansione di questo progetto in partnership con il gruppo internazionale Lagardere, lo scorso luglio Scirocco Food Lab ha lanciato il programma “Frozen” con una linea di prodotti da tavola calda siciliana che, in 18 minuti, vengono rigenerati e portati da -20 a 60 gradi.
Prosegue la collaborazione di Scirocco con un pizzaiolo catanese emergente
Da aprile 2024, Marco Timpanaro è co-proprietario di Friggitoria Popolare (ne avevamo parlato qui), pop-up dedicato a pizza fritta e arancini, avviato insieme al collega pizzaiolo Gabriele Scandurra e ad Alessandro Coco, socio di quest’ultimo. Se c’è tempo fino al 6 gennaio per un anticipo di pizze e arancini da provare allo stand del parco tematico Christmas Town, e Friggitoria Popolare resterà chiuso ancora per qualche settimana, l’arte del cibo di strada si può ritrovare frequentando L’Evoluzione, pizzeria contemporanea di proprietà del pizza maker classe 1991 che accoglie i commensali con la classica pizzetta catanese (anche senza glutine), elevata ad antipasto. La sua versione prevede tripla cottura (a vapore a 120 gradi, fritta a 180 gradi e al forno su pietra a 260 gradi) e un giro d’olio extravergine d’oliva a crudo per finire.
Quello dell’EVO è un tema ricorrente per questa insegna. È particolarmente evidente nella carta delle margherite, a cui è dedicata un’intera sezione sul menu con tonde che variano per metodi di cottura e ingredienti utilizzati. Si sperimenta ancora nella crespella, altro street food tipico della Sicilia Orientale, solitamente farcito con acciughe e ricotta, prima di essere fritto nello strutto. Lele l’ha rivoluzionata, dando la possibilità al cliente di riempirla a piacere: tra i gusti più curiosi c’è quello con fonduta di Piacentinu ennese, miele e caffè in polvere. Alla voce “biscottate” spicca Spremuta di Sicilia, un omaggio allo chef Accursio Craparo di Modica: racchiude i sapori identitari dell’isola, con datterini gialli schiacciati a mano e semi-dry, crema di stracciata, filetti di acciughe del Mediterraneo, glassa di agrumi dell’Etna e finocchietto selvatico.
Per la scelta del vino affidatevi a Massimo Sciacca, bravo e affabile sommelier (per passione, precisa lui: di giorno lavora in banca) che vi farà scoprire delle vere chicche con annessi aneddoti. Restando nei dintorni di Catania, ci fa idealmente salire sull’Etna – Lato Sud, come rivelano due etichette di Marco Cutuli, il Carricante e il Nerello Mascalese – per provare gli interessanti vini di Grottafumata che conquistano già dalle etichette, spensierate e giocose, realizzate da illustratori per bambini.