“Trento e bollicine”, il binomio nasce nel lontano 1902, quando un giovane tecnico di cantina decide di mettere in pratica i segreti carpiti dai francesi e dimostrare a se stesso di riuscire nell’intento di produrre un vino esclusivo ed effervescente. Il suo nome è Giulio Ferrari e a lui si deve infatti il merito di aver fatto conoscere Trento sotto l’aspetto più piacevole, cioè quello di un sito che consente al vino di evolversi e di acquistare caratteri indelebili, soavemente leggiadri e inebrianti.
Il Trento Doc è oggi un Metodo Classico, espressione diretta del Trentino che racchiude il clima, le altitudini e l’essenza della terra che lo produce, nonché un marchio collettivo territoriale che dal 2007 si presenta nelle tipologie “senza annata”, “riserva” e “millesimato”. L’uvaggio consentito è lo stesso della zona dove si produce lo spumante più famoso del mondo, ma il risultato finale gli consente di distinguersi, effettivamente rispetto a tante altre zone italiane, per l’intensità dei profumi e la freschezza palatale. Le zone di produzione di queste pregevoli “bollicine di montagna” sono infatti quelle situate tendenzialmente in giacitura pedemontana dove i vigneti si trasformano, spesso e volentieri, in genuini simboli di laboriosità e intelligenza agricola.
Tenuta Maso Corno
Tenuta Masocorno è un maso-vigneto secolare che dalle pendici dei Monti Lessini di fronte alle Piccole Dolomiti si allarga a ventaglio su un terrazzo orografico sospeso sul torrente Ala a circa 500 metri di altitudine. Giulio Larcher si avvicina alla viticoltura per puro interesse e dal 2010 produce Metodo Classico eccellenti, “scevro da condizionamenti e prospettive frequentate”. Il Trento Doc Blanc de Noir 2017 è un dosaggio zero di solo pinot nero che affina sui lieviti per minimo 60 mesi; all’olfatto sprigiona raffinati toni di scorza d’arancia, fiori gialli e alga marina; è cremoso nella carbonica quanto teso al gusto; diviene oltremodo fresco e salino nel lunghissimo finale.
Mattia Filippi
Non è soltanto un viticoltore, ma è anche un consulente enologo che gira l’Italia e l’estero per aiutare le aziende nell’individuare gli elementi significativi dalla vigna alla cantina. A Faedo, nei suoi circa tre ettari di proprietà, firma i suoi vini artigianali dal 2008 seguendo una precisa filosofia legata al concetto di coerenza e pura espressione territoriale. Il Trento Doc Massodì Cuvée Perpetua Extra Brut è la novità del momento: uno Chardonnay di 24 mesi di affinamento sui lieviti che si mostra molto nitido e profondo negli aromi di fiori bianchi e note speziate; il gusto è netto e profilato, molto fresco e reattivo, con una graduale chiusura sapida.
Azienda Agricola Cenci
Silvia e Valentino Cenci, moglie e marito, provenendo entrambi da altri settori lavorativi, realizzano il loro sogno nel 2016 nel creare “un’autentica bottega sartoriale del vino” e nel dedicare, in tal modo, cura e attenzione ai vigneti di famiglia. Il loro Trento Doc Brut Nature, pioniere della Bassa Valsugana come denominazione, è uno Chardonnay in purezza con 30 mesi di permanenza sui lieviti che si presenta con aromi piuttosto freschi caratterizzati da toni agrumati e qualche cenno di crosta di pane. La carbonica fine accarezza una bocca armoniosa e profilata, mentre il finale è nitido e persistente.
Pelz
Diego, Michele e Franco sono tre fratelli che dal 1995 conducono questa autentica realtà della Val di Cembra. Valido, infatti, si mostra il loro approccio alla viticoltura poiché nel calice è stimolante notare con frequenza le caratteristiche del territorio costituito da rocce vulcaniche porfiriche. Il Trento Doc Dosaggio Zero 3.Tre 2015, blend di pinot nero e chardonnay, al naso esprime intensi aromi di agrumi, nocciola tostata e burro fresco. La bocca è morbida e di grande spazialità con un notevole ritmo nel limpido finale.
Tenuta Volpare
Nei primi rilievi collinari di Trento, su terreni di natura morenica ma ricchi di elementi con rocce di dolomia, graniti e porfido, Francesco Ronga valorizza il suo fazzoletto di terra in sintonia con la natura. Gli ettari in totale sono quattro, divisi in due parcelle (Oltrecastello e Cava dei Ronchi) a loro volta situate ad altitudini differenti, ma entrambe adatte alla coltivazione di pinot Nero e chardonnay. Il Trento Doc 2019, che vede non a caso l’utilizzo di entrambe le cultivar e riposa 26 mesi sui lieviti senza alcun dosaggio zuccherino. All’olfatto sprigiona profumi di particolare eleganza con delicate sensazioni floreali. È finissimo nella carbonica, modulato nell’arco gustativo e chiude su limpide note di agrumi.
Castel Noarna
Castelnuovo di Noarna con tutta probabilità già fortificazione in epoca romana, è oggi una splendida realtà vitivinicola della Vallegarina che dal 2007 si ispira all’agricoltura naturale per la coltivazione dei suoi vigneti, con l’obiettivo di ritrovare un nuovo equilibrio nei vigneti e una maggiore consapevolezza del proprio areale. La loro interpretazione di Trento Doc Blanc de Blanc Dosaggio Zero, 100% chardonnay sui lieviti per circa 30 mesi, al naso esprime note agrumate e mielate con qualche intrigante cenno balsamico. L’attacco in bocca è deciso, lo sviluppo si presenta sapido e potente, mentre la chiusura è distinta da una notevole freschezza.