Perrina

Si chiama Perrina la clementina che da metà gennaio tutti gli italiani vorranno sbucciare

Tardiva e made in Italy, questa nuova varietà punta a riportare il nostro Paese a leader del mercato. La prima raccolta è iniziata in Campania e c’è già un marchio con cui verrà commercializzata.

Già lo scorso anno i coltivatori italiani riponevano molte aspettative in una nuova varietà di clementina che avrebbe colmato il gap delle importazioni di una filiera che ha ceduto a Spagna e Nordafrica la leadership italiana. L’agronomo calabrese Francesco Perri ha infatti sperimentato per decenni su centinaia di ibridi, fino a mettere a punto la Perrina – dal nome del suo inventore, appunto – insieme al CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e, proprio in questi giorni, è iniziata in Campania la prima raccolta della nuova varietà di clementine tardive made in Italy. Frutto di una mutazione spontanea della clementina “comune”, la Perrina matura dalla seconda metà di gennaio fino agli inizi di febbraio è nata dagli investimenti di Op Armonia, una delle principali aziende agrumicole italiane con sede e stabilimenti a Battipaglia (SA).

«Questa varietà tardiva – spiega Marco Eleuteri, presidente di Op Armonia – colmerà il buco produttivo creato dall’obsolescenza varietale della clementina comune. Grazie al programma di miglioramento varietale della clementina italiana, sono stati realizzati dal 2017 ad oggi, centinaia di ibridi attualmente in osservazione nei nostri campi sperimentali, e c’è una buona probabilità di individuare qualche nuova varietà di clementine e mandarino-simili con caratteristiche qualitative superiori a quelle delle varietà presenti sul mercato, o quantomeno, con caratteristiche distintive rispetto alle attuali: si pensi alle nuove varietà di agrumi “easy pealer” a polpa pigmentata, verso i quali c’è un grandissimo interesse sul mercato agrumicolo internazionale».

Non tanto per allungare la stagionalità, quanto per colmare un vuoto di mercato. I maggiori competitors in questo campo sono i Paesi del bacino del Mediterraneo, primo tra tutti la Spagna, poi le produzioni di Marocco ed Egitto, così come di Israele, Turchia e Grecia. L’Italia in questo segmento di produzione, negli ultimi 30 anni ha perso progressivamente rilevanza internazionale: dall’essere un esportatore netto di clementine/mandarini, nell’ultimo decennio è diventato importatore netto. «Proprio alla luce di questa débâcle– sottolinea Eleuteri – assume ancora maggiore importanza l’attività di ricerca e innovazione, senza la quale sarebbe impensabile qualsiasi intento di rilancio del settore».

Nella campagna di raccolta 2023-24, la prima per questa varietà, sono previsti 80mila kg di frutti che provengono dai 20 ettari di agrumeti di ultima generazione nelle campagne del salernitano, tra Eboli e Battipaglia. Si tratta di una produzione limitata, che verrà commercializzata attraverso il marchio Dolce Clementina nella fascia premium e sarà in commercio nella Gdo italiana a partire da metà gennaio 2024. «La campagna in corso – spiega l’agronomo Francesco Perri – si protrarrà fino a fine gennaio è caratterizzata da un buon livello gustativo, ma in alcuni territori agrumicoli ha registrato un’alta percentuale di calibri ridotti dovuti alla persistente siccità e alle alte e anomale temperature da oltre sei mesi».

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