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Luppoleti Aperti

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Sulle tracce del luppolo

Il 25 agosto torna l’appuntamento con "Luppoleti Aperti”, evento nei birrifici agricoli italiani promosso dal Consorzio Birra Italiana e da Coldiretti per far conoscere al pubblico la filiera brassicola nostrana. Nel mentre, il birraturismo continua a crescere e nascono nuove produzioni come la birra al granchio blu.

Se siete abituati a considerare la birra come un prodotto industriale che “nasce” in lattina o in bottiglia, o tutt’al più da una spina, fermatevi un attimo a pensare a quali sono gli ingredienti principali di questa bevanda così apprezzata: oltre al lievito (di diversi ceppi possibili per le birre ad alta o a bassa fermentazione) e allo zucchero, e ad eventuali “aromi” – dalla frutta secca, disidratata o fresca alle spezie, fino al mosto d’uva – non possono mancare per definizione prodotti dichiaratamente “agricoli” come il malto d’orzo (o di altri cereali) e il luppolo. Quest’ultimo, cui si devono molti degli aromi della birra e i diversi livelli di amaro che la rendono per molti particolarmente interessante e dissetante, è stato a lungo considerato un ingrediente “esotico”, in arrivo per lo più da Germania e Repubblica Ceca o da diverse aree degli Stati Uniti, famose per le varietà più aromatiche contraddistinte da sentori di frutta tropicale e agrumi.

Negli ultimi due decenni, tuttavia, anche in Italia si è diffusa – pur con numeri ancora modesti, ma in crescita – la coltivazione del luppolo, che nel 2022 contava già circa 100 ettari e quasi 200 aziende coltivatrici. Un’attività che, oltre a essere redditizia di per sé, supporta la crescita della filiera della “birra agricola” italiana, vale a dire prodotta con ingredienti coltivati in Italia e spesso direttamente dai birrifici stessi, che possono così vantare prodotti “identitari” oltre che spesso più convenienti e sostenibili.

Un settore interessante per molti versi, nonostante le crescenti difficoltà cui è messo di fronte dalla siccità e in generale dalle condizioni climatiche avverse e sempre più imprevedibili. Secondo i dati diffusi dal Consorzio Birra Italiana la raccolta dell’orzo ha subito pesanti flessioni in diverse aree del Paese, e soprattutto al Sud, dalla Puglia alla Sicilia: in quest’ultima regione, dove la mancanza di acqua si sta facendo sentire pesantemente, molte aree non sono state nemmeno seminate e si parla di rese che, nelle zone più colpite, non superano le 2 tonnellate per ettaro. Non va molto meglio al Nord, dove è invece l’eccessiva piovosità ad aver ridotto drasticamente le rese.

A fronte di queste difficoltà, i consumi tengono e cresce soprattutto il birraturismo, vale a dire il turismo esperienziale incentrato sul settore specifico e sulle visite a birrifici o eventi birrari: secondo un’indagine di Coldiretti e del Consorzio Birra Italiana quasi un viaggiatore su cinque dichiara di aver visitato impianti di produzione o partecipato a eventi a tema nell’ultimo anno, mentre è l’abbinamento tra birra e cibo l’attività preferita dal 65% degli intervistati. Sempre secondo l’indagine, a trainare il fenomeno e in particolare i consumatori e turisti più giovani sono le birre artigianali, non pastorizzate né microfiltrate. Un settore che, nel nostro Paese, ha sempre potuto contare sulla creatività e la propensione alla sperimentazione dei mastri birrai: ad esempio, tra le recenti novità c’è la prima birra agricola al granchio blu, che utilizza il crostaceo infestante – già al centro di ricette degli chef e progetti che cercando di trasformare il pericolo rappresentato da questa specie aliena invasiva in risorsa – come ingrediente di una birra: si tratta della Granchio Blu Stout di Valle del Masero – l’azienda padovana di Alessia Parisatto, che è anche alla guida di Coldiretti Giovani Impresa di Padova –, birra scura ispirata alla tradizione irlandese della Oyster Stout che utilizzano i gusci delle ostriche per dare dei sentori particolari alla birra.

Anche grazie alla vivacità imprenditoriale e produttiva, secondo l’indagine già citata i due terzi dei consumi si concentrano inoltre su produzioni nazionali, sostenute appunto dal Consorzio che ha tra i suoi obiettivi principali quello di promuovere l’eccellenza italiana. A questo scopo, dallo scorso anno è nato l’evento Luppoleti Aperti, che punta a far conoscere al pubblico i birrifici agricoli del territorio nazionale e le loro produzioni promuovendo un consumo responsabile e consapevole. Quest’anno l’appuntamento è per il 25 agosto 2024: saranno 13 i birrifici agricoli – dal Piemonte al Salento, passando per Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Campania, Calabria e Sardegna – ad aprire le proprie porte ai visitatori per un’esperienza immersiva che partirà proprio dalla raccolta del luppolo, dal taglio della liana fino alla separazione manuale dei coni. Naturalmente durante la giornata nei birrifici ci saranno anche attività di intrattenimento per grandi e piccoli, pic-nic con specialità regionali e assaggi di birra agricola.

Maggiori informazioni

Per maggiori informazioni e conoscere i birrifici aderenti
Consorzio Birra Italiana
consorziobirraitaliana.it

Per prenotare e partecipare
Be Country
becountry.it

Nella foto di apertura: il luppolo appena raccolto da Baladin, in Piemonte

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