Autentica, selvatica, cangiante, la Maremma è un’altra Toscana. Bella e generosa da innamorarsene. È proprio quello che capitò, agli inizi degli anni 90, a Florio Terenzi, che da Milano decise di trasferirsi nella campagna di Scansano e di dar vita al suo progetto, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento di una nuova Maremma vitivinicola. Oggi la cantina dispone di oltre 150 ettari – di cui 60 vitati e 14 di ulivi secolari – ed è condotta con dedizione e intraprendenza dai figli Balbino, Federico e Francesca Romana. Da subito, Terenzi ha puntato sui vitigni in purezza, cercando uno stile moderno, teso all’eleganza e alla freschezza. Così, con la preziosa consulenza dell’enologo Beppe Caviola, è riuscito a restituire al Morellino di Scansano il posto che merita ma ha anche scommesso su varietà inedite in una terra di rossi, a cominciare dal Vermentino. La produzione è articolata in tre linee – Classici, Icone e Illustri – per un totale di nove etichette (da poco oggetto di un felice rebranding), le stesse degli esordi, a dimostrazione di una certa lungimiranza. A completare la collezione ci sono anche due oli extravergine d’oliva di grandissima qualità, Purosangue e Madrechiesa. La vocazione enoturistica della cantina si concretizza nella Locanda Terenzi, una curata dimora dall’atmosfera familiare con 5 camere matrimoniali, una suite e una dépendance, ricavate da tre casali di campagna e arredate secondo lo stile locale. In più, c’è la piscina rivestita da mosaici, con una vista che abbraccia tutta la vallata del fiume Albenga fino al profilo del Monte Argentario, e la cucina della Locanda, che al mattino offre una ricca colazione con torte fatte in casa e, solo a pranzo, un menu fisso tipico della tradizione toscana che accompagna le diverse degustazioni dei vini, dal single vineyard Madrechiesa, emblematica espressione di Sangiovese, al Balbinus, Vermentino sapido e succoso dalla grande longevità. All’ingresso della tenuta, immersa tra i vigneti dell’azienda, si può ammirare “Venus Anadyomene”, l’opera di Emiliano Maggi in ferro battuto e ceramica smaltata, una sorta di portale onirico che accoglie i visitatori e che fa parte del circuito di Hypermaremma, il festival di arte diffusa – che ha l’obiettivo di promuovere e rileggere il territorio maremmano e di dare vita a un turismo culturale curioso e colto – con cui Terenzi ha avviato un fecondo dialogo e collabora concretamente.
Da provare
Il picnic tra le vigne, un’esperienza immersiva, da vivere en plein air all’ombra delle querce, dotati di un cestino con una bottiglia e tante prelibatezze da gustare.
Da portare a casa
Petit Manseng Passito
Terenzi è stata la prima azienda nella Maremma grossetana a piantare evinificareilPetit Manseng e questo passito, prodotto in sole 2mila bottiglie, è una vera gemma. Ha un bouquet di miele, albicocche secche e frutta tropicale e un palato vibrante, in cui la dolcezza è stemperata da una bella acidità.