La natura, per dirla alla Leopardi, può essere matrigna ma, prendendo le distanze dal pessimismo cosmico, è possibile scoprire il suo lato più generoso catapultandosi in dimensioni autentiche in cui riscoprire il valore della semplicità. A offrire un’immersione totale in un contesto ambientale-naturalistico di grande pregio è Pietrapertosa che, con i suoi 1.088 metri di altitudine, è il comune più alto della Basilicata. La scenografia appare come un dipinto, o forse un presepe, in cui le case arroccate sulle pendici delle Dolomiti Lucane, le stradine strette e tortuose e i boschi lussureggianti disegnano la bellezza selvaggia di questo borgo sospeso nel tempo. Per scoprire l’identità del territorio bisogna entrare in contatto con le sue tradizioni culturali e gastronomiche, fatte di luoghi ma anche di persone. Su questo doppio binario si è mosso Michele Folino, titolare di Terramia, un agriturismo a valenza naturalistica, di recente apertura, ubicato in località Castagna, in prossimità della strada comunale Pietrapertosa-Accettura. Siamo nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane, in un’area dove dominano cerri e querce ed essenze erbacee e arbustive di interesse botanico e officinale. «Questo progetto mira a incrementare l’offerta turistica del territorio, valorizzando le risorse paesaggistiche e promuovendo le tradizioni locali», spiega il titolare. L’intento, dunque, è quello di creare una connessione profonda tra i visitatori e l’ambiente, attraverso esperienze che valorizzano il patrimonio naturale e incoraggiano la socializzazione.
Bistrot naturale, ode alla cucina povera lucana
Facciamo un passo indietro per conoscerne le origini. «L’azienda agricola Terramia è nata nel 1992 su terreni di famiglia di circa 2 ettari utilizzati per la fungicoltura; nel 1998 questo grande comprensorio boschivo venne messo in vendita e io e mio fratello abbiamo acquistato i 2/3 dell’intera superficie che, in origine, si estendeva per circa 400 ettari e veniva utilizzata quasi esclusivamente per la produzione di legna da ardere. Abbiamo dunque deciso di fare tesoro di questo patrimonio dal grande valore paesaggistico e ambientale riconvertendo un fabbricato rurale abbandonato in una struttura di servizio», spiega Michele Folino. Nasce così questa nuova avventura e non è la prima per Michele perché il banco di prova è stata, nel 2012, La Locanda di Pietra, ristorante di cucina lucana seguita, dieci anni dopo, dalla Residenza Sant’Angelo, entrambi nel centro di Pietrapertosa. L’agriturismo Terramia (aperto tutto l’anno) si sviluppa su due livelli e a caratterizzarlo è un’atmosfera semplice e informale: al piano superiore ci sono tre camere con bagno e un’area cucina, mentre quello inferiore ospita un bistrot naturale (aperto tutti i giorni dal 15 luglio al 15 settembre e solo nel weekend da giugno e fino al 15 luglio e dal 15 settembre al 1 novembre) con una sala ristorazione da 40 coperti. «Quella che promuoviamo è una cucina che segue la stagionalità dei prodotti: alla base dell’offerta, che strizza l’occhio ai piatti poveri della tradizione lucana, ci sono ingredienti provenienti dall’orto, da piccoli produttori del territorio ma anche dall’azienda agricola di proprietà. Il nostro core business è la produzione di funghi, in particolare il fungo cardoncello (Pleurotus eryngii) e, da quest’anno, anche lo Shiitake», spiega Michele Folino. Qui non si viene solo per essere serviti perché, grazie ai braceri en plein air, quando il tempo lo permette ci si gode – in compagnia di amici o parenti – il contatto diretto con la natura.
Dal Pietrapertosa Bike Tours al Centro(A)Tavola: la socialità come motore del cambiamento
Una natura che si assapora da diverse prospettive: «Abbiamo realizzato all’interno della proprietà il Pietrapertosa Bike Tours, un percorso di 20 km che si snoda lungo piste forestali di notevole interesse naturalistico e botanico da percorrere in sella a bici elettriche (c’è anche una stazione di ricarica) o a piedi, tramite sentieri per il trekking, percorrendo la tratta che dalla fiumara di Gorgoglione arriva fino alla cresta del Monte Impiso, con un’altimetria che va dai 1.200 ai 550 metri», precisa Michele Folino. Work in progress: sono tanti i progetti ancora in fase di sviluppo. Si spazia dalla realizzazione di un’aula didattica, dove si terranno corsi dedicati all’approfondimento di varie tematiche che andranno dalla fungicoltura alle erbe officinali, passando per la botanica, la zoologia, la geologia del territorio e le tradizioni popolari fino ad arrivare ai corsi di cucina popolare. «Ho sperimentato quest’esperienza con dei turisti giapponesi che sono venuti a La Locanda di Pietra: abbiamo mostrato loro il rituale di preparazione di grandi classici della tradizione rurale lucana come la salsiccia a catena e la ricotta, per invitarli poi a “mettere le mani in pasta”. Dato il successo riscosso, ho pensato di replicare quest’esperienza», spiega il titolare di Terramia.
Mangiare è sinonimo di convivialità e perché dunque non condividere un momento di grande partecipazione? «Con il progetto Centro(A)Tavola vogliamo creare delle tavolate sociali sul prato, all’ombra di una quercia secolare, per permettere ai commensali di mangiare in compagnia di perfetti sconosciuti e creare, magari, nuove amicizie. Volendo è possibile anche organizzare dei picnic: l’azienda mette a disposizione un telo e dei cuscini per stare comodamente seduti sul prato. Ad aggiungere emozione è poi la vista sul Monte Caperrino, la vetta più alta delle Dolomiti Lucane, ancora più bella con i colori del tramonto», conclude Michele Folino.