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The World's 50 Best Restaurants 2024 No.1

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The World’s 50 Best Restaurants 2024, la Spagna in cima

Disfrutar e Asador Extebarri al primo e secondo posto precedono – in maniera piuttosto attesa – il terzo posto a Table by Bruno Verjus, entrato nella lista lo scorso anno. Tanta Asia e tanta America Latina nella classifica dei migliori 50 ristoranti del mondo, l’Italia tiene ma perde posizioni.

Eurocentrica nel podio, dominato da Spagna e Francia con Disfrutar, Asador Extebarri e Table by Bruno Verjus rispettivamente al primo, secondo e terzo posto, ma internazionale – e con grande spazio soprattutto al continente asiatico e all’America Latina – nella sua composizione dalla cinquantesima posizione in su, la classifica di The World’s 50 Best Restaurants 2024 è stata svelata questa mattina (dalle 20:30 di sera dell’ora locale in diretta da Las Vegas, che ha ospitato l’edizione di quest’anno con qualche ritardo e qualche inconveniente tecnico), presentata dalla giornalista spagnola Olivia Frejo che è volata in Nevada per ripetere l’esperienza dello scorso anno a Valencia.

Votata da 1.080 esperti internazionali nel settore della ristorazione, e da esperti gourmet di 27 regioni del mondo che – presiedute da un Academy Chair – compongono la The World’s 50 Best Restaurants Academy (facendo attenzione alla rappresentanza paritaria tra donne e uomini), la classifica sponsorizzata da S.Pellegrino & Acqua Panna, talvolta discussa nonostante la verifica indipendente di integrità da parte della società di consulenza Deloitte, resta comunque il più atteso ranking per i ristoranti internazionali, attribuendo non solo le attese posizioni in scala mondiale (oltre che per area geografica) ma anche premi speciali e riconoscimenti.

E infatti già da prima dello scattare del prolungato countdown all’inizio della diretta erano scattati pronostici e tifoserie sulla chat online, dando per grandi favoriti – forse anche per via del fuso orario che penalizzava l’Europa – soprattutto El Chato, in Colombia, e Maido in Perù, ma senza far mancare il supporto caloroso al ristorante che si è in effetti piazzato al primo posto della classifica: Disfrutar, il ristorante di Barcellona gestito dal trio di chef Oriol Castro, Eduard Xatruch e Mateu Casañas che sono saliti sul palco emozionatissimi e in lacrime a ringraziare tutto il loro staff – incluso quello del secondo ristorante di Barcellona, Compartir – e omaggiare tutti i professionisti della ristorazione mondiale riuniti a Las Vegas per l’occasione: l’evento più grande della storia della classifica, come ha ricordato il Director of Content William Drew, preceduto e seguito da grandi feste piene di cibo e bevande grazie ai numerosi sponsor e introdotto da un vero e proprio show di musica e danza.

Dopo l’applauso per i ristoranti posizionatisi dal numero 100 al 51, annunciati nelle scorse settimane, e i saluti di Steve Hill, Ceo/President della Las Vegas Convention and Visitors Authority, Frejo ha chiamato per prima cosa sul palco il vincitore del Resy One To Watch Award – assegnato quest’anno a Kato dello chef Jon Yao a Los Angeles e consegnato da Daniel Humm di Eleven Madison Park –, e ha poi svelato i nomi dalla cinquantesima posizione a salire, affiancandoli o intervallandoli con l’assegnazione di altri premi e riconoscimenti speciali.

E proprio al numero 50 troviamo quest’anno Uliassi, il ristorante tre stelle Michelin di Senigallia protagonista di un curioso roller coaster: entrato nella parte alta della classifica nel 2022 piazzandosi 12°, scalando ben 40 posizioni dall’anno precedente, nel 2023 era sceso al 34° posto e quest’anno diventa ultimo della agognata 50 Best (che è comunque un ottimo piazzamento su scala mondiale). Un gradino sopra, La Colombe, ristorante di una tenuta vinicola biologica alle porte di Capetown che si aggiudica anche il premio The Best Restaurant in Africa (ed è l’unico rappresentante del continente nella classifica), seguito dallo sloveno Hiša Franko di Ana Roš.

Tra i “migliori” per area geografica, troviamo anche il Trèsind Studio di Dubai (The Best Restaurant In Middle East, al numero 13), Gaggan di Bangkok per l’Asia (10), la cucina coreana contemporanea di Atomix di New York per il Nord America (6) e quella d’ispirazione giapponese di Maido a Lima per l’America Latina, in quinta posizione, il cui chef Mitsuharu ‘Micha’ Tsumura riceve anche l’Estrella Damm Chefs’ Choice Award 2024, assegnato dai suoi colleghi di tutto il mondo.

Quanto agli altri indirizzi italiani – già presenti lo scorso anno – vedono qualche cambio di posizione, spesso verso il basso: se Piazza Duomo passa dalla 42° alla 39°, il Reale di Niko Romito è “solo” 19° (perdendo 3 posizioni) e Lido 84 di Riccardo Camanini passa da 7° a 12°, mentre esce dalla “top 50” Le Calandre, quest’anno piazzatosi 51° subito prima della new entry dell’Atelier Moessmer Norbert Niederkofler.

Ma il “dentro-fuori” fa parte dei giochi della classifica: quest’anno, tra i “ritorni” ci sono ad esempio il californiano SingleThread (46), l’Arpège (45) di Alain Passard, Sorn e Sühring (rispettivamente 38 e 23) a Bangkok e Oteque (37) a Rio de Janeiro. Mentre le new entry assolute annoverano – oltre al già citato La Colombe – Mingles (44) a Seoul, e Wing, il ristorante di Vicky Cheng a Hong Kong, che saltando direttamente al posto numero 20 si aggiudica l’Highest New Entry Award, ricevuto dalle mani di Thomas Keller di The French Laundry. Sempre a Hong Kong si trova anche The Chairman che – salendo di ben 24 posizioni rispetto allo scorso anno, piazzandosi 26°, e premiato anche come The Best Restaurant in Hong Kong dall’Asia’s 50 Best Restaurants 2024 – si è aggiudicato l’Highest Climber Award 2024, sponsorizzato da Highstreet World.

È Mauro Colagreco a consegnare il Sustainable Restaurant Award al berlinese Nobelhart & Schmutzig (43), premiato “per la sua inflessibile difesa nel promuovere le politiche agricole migliori e per il suo ruolo di portavoce dei produttori”. La sua etica brutalmente locale – prosegue la motivazione – rispecchia la connessione personale con gli agricoltori e i coltivatori, con il risultato di un menu veramente legato al territorio e stagionale”.

Il Beronia World’s Best Sommelier Award è andato a Pablo Rivero, sommelier e proprietario del Don Julio di Buenos Aires, grande sostenitore e promotore dei vini locali già premiato come Latin America’s Best Sommelier 2022 nell’ambito dei Latin America’s 50 Best Restaurants; mentre il parigino Plénitude, in 18° posizione, ha ricevuto anche il Gin Mare Art Of Hospitality Award consegnato da Joan Roca, già vincitore dello stesso riconoscimento per El Celler de Can Roca. È Dominque Crenn a consegnare a un emozionato Neil Perry – fondatore ufficiale di Rockpool Group in Australia e attuale chef-proprietario di Margaret a Sydney – il Woodford Reserve Icon Award, riconoscendone il ruolo di visionario pioniere dell’alta cucina australiana.

Numerosi i volti femminili in sala e sul palco, anche se non sempre “nominati”; ma a rimediare ci sono non solo il premio come The World’s Best Female Chef 2024 alla brasiliana Janaína Torres dell’acclamatissimo ristorante di San Paolo A Casa do Porco – che lo riceve da Elena Reygadas di Rosetta a Città del Messico, quest’anno in posizione 34 e premiata lo scorso anno – ma pure quello alla francese Nina Métayer che con le sue raffinate creazioni è la prima donna a ricevere il titolo di The World’s Best Pastry Chef.

La serata di Las Vegas è stata anche l’occasione per consegnare alcuni premi già annunciati nelle settimane scorse: oltre a quelli di Torres, Plénitude e Kato, hanno ritirato dalle mani dello chef-attivista José Andres il meritato riconoscimento i Champions of Change 2024, vale a dire coloro che si impegnano a dimostrare come la cucina possa anche essere un potente fattore di cambiamento sociale: Jessica Rosval e Caroline Caporossi – fondatrici e animatrici del bel progetto Roots a Modena premiato anche dai Food&Wine Italia Awards 2022 – e João Diamante di Diamantes Na Cozinha a Rio de Janeiro, fondatore di un progetto che crea opportunità culinarie e imprenditoriali per i giovani che vivono in situazioni disagiate nelle favelas di Rio.

Infine, oltre alla consegna delle ambite sciarpe rosse al collo di chi entra nella 50 Best, Virgilio Martinez e Pia Lèon – al primo posto della classifica lo scorso anno con Central – sono saliti sul palco per ricevere quelle viola che sanciscono l’ingresso nella Best of The Best: hall of fame della classifica che annovera i ristoranti al primo posto nelle scorse edizioni di The World’s 50 Best Restaurants: El Bulli (2002, 2006-2009), The French Laundry (2003-2004), The Fat Duck (2005), Noma (2010-2012, 2014 nella sede originaria e poi di nuovo nel 2021 nella sede attuale), El Celler de Can Roca (2013, 2015), Osteria Francescana (2016, 2018), Eleven Madison Park (2017), Mirazur (2019), Geranium (2022) e appunto Central.

La lista completa 1-50 di The World’s 50 Best Restaurants 2024 è nella prima immagine nella gallery.

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