Sarà anche un percorso ormai divenuto un po’ uno stereotipo gastronomico quello che vede a un certo punto un’insegna stellata, o comunque premiata da numerosi successi di critica e pubblico, sdoppiarsi e affiancare alla propria proposta fine dining una “seconda via” più conviviale, con la formula del bistrot o, come sta accadendo sempre più spesso, della vineria con cucina. Eppure, l’ultima novità del genere che da metà agosto ha aperto i battenti nel Lazio – Tinello, il bistrot nel centro di Castel Gandolfo ideato da Sara e Carla Scarsella, Matteo Compagnucci e Andrea Cingolani di Sintesi – non ci annoia per nulla.
E siamo certi che sarà lo stesso per chi abbia già apprezzato la cucina – originale e appagante ma molto composta, capace di unire tecnica, eleganza e freschezza – firmata dalla giovane coppia composta da Sara Scarsella e Compagnucci; così come, in generale, per chi ama trascorrere piacevoli serate (il locale è aperto dal tardo pomeriggio da mercoledì alla domenica, ma nel fine settimana c’è anche il pranzo) nella zona dei Castelli Romani, che paesaggi, storia e frescura rendono una delle mete più amate per le gite fuori porta di chi abita in città.
In questo caso, a presidiare il locale e la cucina c’è Andrea Cingolani (classe ‘92, capo-partita presso il ristorante di Ariccia negli ultimi due anni) alla guida di una nuova squadra formata ad hoc; gli chef patron di Sintesi contribuiscono però a delineare la linea di cucina e i menu e Carla Scarsella e Loris Paolini (sommelier del ristorante 1 stella Michelin) curano la carta dei vini che annovera etichette artigianali e biodinamiche realizzate da piccoli produttori di territori vicini e lontani, ma anche una selezione di sake, una piccola lista di cocktail e una breve ma interessante proposta di birre artigianali (e kombucha homemade).
L’idea alla base – a cominciare dal nome che rimanda alle tipiche osterie rustiche della zona, in cui l’oste vendeva il vino di propria produzione – è profondamente legata al territorio dei Castelli Romani e in particolare a Castel Gandolfo: la cittadina tra i “Borghi più Belli d’Italia” attendeva un indirizzo di qualità, per quanto agile, dove fermarsi per pause veloci o per lunghe serate conviviali a base di prodotti del territorio o dell’orto di proprietà, pasta fresca, piatti da condividere e belle proposte nel bicchiere. E ci sono pure il pane di Elisa Di Brigida (collaboratrice storica di Sintesi che supervisiona insieme agli chef anche l’orto) e i dolci curati da Compagnucci insieme al pastry chef Matteo Montagnani.
Se nel locale dalle grandi vetrate affacciate su via Vigna di Corte e piazzetta del Cortilone, a due passi da piazza della Libertà, non mancano i rimandi ai tempi passati – dalle pareti in pietra che portano il segno delle epoche a un vecchio torchio – basta una scorsa al menu, che bypassa la canonica distinzione in portate e si concentra su ingredienti di stagione e preparazioni particolari, per capire che Tinello va ben oltre il repertorio classico (e raramente esaltante), delle trattorie e “fraschette” più tradizionali: midollo gratinato con carote fermentate, sandwich di lingua, cetriolo fermentato e salsa ravigote, fusilli con crema ai crostacei e triglia marinata, melanzana con tzatziki e cumino, pancake asiatico farcito con anatra sfilacciata, torta con ricotta, fichi e caramello salato e altre proposte che potrebbero far pensare di essere nel centro di Roma, Milano o anche Parigi. Ma volete mettere, con il lago davanti?