Un calice per tutte le stagioni

L’esperta Jancis Robinson firma il bicchiere passepartout

calice food and wine italia

È una domanda che ogni appassionato di vino si è posto, almeno una volta: di quanti tipi di bicchiere ho veramente bisogno? Uno per il bianco e uno per il rosso? Di grandezza diversa, uno per il pinot e uno per il cabernet? E per il merlot? E per lo chardonnay? Accidenti e con il Porto Tawny invecchiato, allora? E se la risposta giusta fosse: uno solo? È ciò su cui, non molto tempo fa, la celebre esperta di vino Jancis Robinson ha cominciato a riflettere. Adesso, insieme al designer londinese Richard Brendon, ha lanciato un nuovo calice (chiamato, appunto, “The Wine Glass”) che mette in risalto le caratteristiche di qualsiasi vino. Soffiato a mano e dalla linea elegante, è un piacere accostarlo alle labbra. Certo, non è proprio economico (€80, richardbrendon.com), ma è certamente meno costoso che acquistare un bicchiere diverso per ogni vitigno, no?

F&W: La prima domanda non può che essere: perché un bicchiere unico?
JR: Semplicemente perché, dopo 43 anni passati a occuparmi di vino, non vedo alcun motivo per cui i vini rossi e quelli bianchi debbano richiedere contenitori diversi. I bianchi possono essere tanto complessi e vari quanto i rossi,—perché sottovalutarli? E, riguardo allo champagne, quando qualcuno come Olivier Krug ritiene che il suo vino vada servito in un calice e non in una flûte, chi può contraddirlo?

F&W: Quindi no a bicchieri diversi per ogni vitigno?
JR: Questo modo di pensare non mi ha mai convinto. Chi è in grado di distinguerli uno a uno, chi ha abbastanza spazio da ospitarli tutti nella propria credenza? Io ho cercato per tutta la vita di avvicinare le persone al vino; perché non rendersi la vita facile, anche quando si tratta di calici?

F&W: Il vostro bicchiere è soffiato a mano e ha l’aria di essere delicato. Si può mettere in lavastoviglie?
JR: Certamente. È stata una mia priorità. Per alcuni il metodo di lavaggio dei bicchieri fa parte dell’esperienza stessa della degustazione. Non per me.

F&W: Non è difficile crederlo, data la quantità di vini che assaggi ogni anno.
JR: Sì, anche se non è sempre costante, probabilmente varia tra i 6.000 e i 10.000 all’anno.

F&W: In ogni caso, proporre un solo bicchiere per tutti i vini sembra una contraddizione in termini, per un’esperta in materia. Che reazioni ha suscitato l’uscita di questo nuovo calice? 
JR: Non molto tempo fa, una mattina, mi sono svegliata nella nostra casa in Languedoc, dove passiamo le vacanze, e ho trovato una graditissima email da parte di un celebre sommelier che mi raccontava che lui e suoi amici avevano provato il bicchiere con moltissimi tipi di vino e che, sostanzialmente, le caratteristiche di tutti i vini erano state esaltate dal bicchiere, fatta eccezione per gli champagne d’annata (che danno il meglio di sé con i bicchieri Zalto, nda). Leggere quelle parole, per me, è stata una grandissima soddisfazione. A dirla tutta, penso di poter sopravvivere benissimo anche senza il mercato degli champagne d’annata.

F&W: Possiamo considerarlo l’inizio di una nuova era di accessori per l’enologia, firmata Jancis Robinson?
JR: A dire il vero, non ho un piano preciso! Ma, per esempio, trovo che non esista un cavatappi senza difetti. Poco tempo fa ho rotto la levetta del mio adorato screwpull, mentre cercavo di aprire un pinot nero cinese. Sembrava che il tappo fosse di teak, invece che di sughero. Quindi, a pensarci bene…