Sono passati sei anni da quando Nomisan, ristorante tradizionale giapponese nel quartiere Mezzocammino di Roma ha inaugurato la sua fortunata e accogliente insegna, che con il passare del tempo è diventata un punto di riferimento per gli appassionati di Sol Levante. Il merito è di Massimo Patrignani e Chikako Masuda, ed è proprio alla storia di quest’ultima, cresciuta sulla barca del padre, allevatore di granchi e aragoste, che s’ispira l’identità del ristorante e la passione di lei per il pesce.
Il pescato è naturalmente il pezzo forte di Nomisan: per il 90% proviene dall’asta di Fiumicino, mentre per altri prodotti come la capasanta di Hokkaido – di qualità nettamente superiore a quella dei mari europei – la famiglia ha altri fornitori. È tutto un lavoro di squadra: in cucina (e talvolta in sala insieme al papà Massimo) ci sono le figlie Erica, Sara e Asia che, con la mamma, conducono un lavoro molto tecnico: dai Sashimi di ventresca di tonno e salmone ai Nigiri di calamaretto, cernia e gambero rosso o con i più locali gamberi viola e rosa (bisogna capitare nel giorno giusto). Notevole tra gli uramaki quello con leccia, il suo fegato e lo shunghiku che «non si può tradurre in italiano, ma è un ortaggio giapponese paragonabile al nostro cavolo nero o comunque a una verdura a foglia come la rucola», racconta Erica. Il menu oltre al sushi, include anche i piatti caldi tradizionali del Giappone come i Gyoza di seppia, la Tataki di tonno o i Noodles, presenti in carta sia nella versione invernale (fino a marzo) o in quella estiva (da settembre a ottobre) con brodo freddo e salsa alla “Nomisan”.
A confermare che non si sta parlando di un’insegna giapponese qualunque, è l’assidua presenza dei loro colleghi della scena gastronomica capitolina: tra gli habitué ci sono Daniele Lippi, Daniele Usai, Pier Daniele Seu (che proprio in zona ha aperto la sua nuova pizzeria) o la coppia di giovani ristoratori di Dogma a Roma, che vengono qui nei loro giorni liberi (lo scambio è poi reciproco), definendo la cucina di Nomisan come “uno dei migliori indirizzi di pesce a Roma”. Qualcuno di noi doveva pure fare fact-checking delle fonti.