Unica, nobile, ribelle: così è la Regina Bianca in una terra di rossi. Primo vino italiano a ottenere la Doc nel 1966 – divenuta poi Docg nel 1993 – e il solo a essere citato nella Divina Commedia (più precisamente nel Canto XXIV del Purgatorio), la Vernaccia di San Gimignano viene prodotta con uve a bacca bianca coltivate esclusivamente nel territorio di uno dei comuni più belli della Toscana, il cui centro storico è patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Il Consorzio, costituito nel 1972, riunisce 79 aziende associate delle circa 170 presenti sul territorio e si impegna a promuovere e valorizzare l’identità di questo vitigno autoctono e il suo grande potenziale di invecchiamento. Nel 2022 la produzione ha superato 4 milioni e 600mila bottiglie e l’anno in corso sta facendo registrare un +10%: segno di una crescita importante e di un interesse maggiore del pubblico, come dimostrato anche dalle duemila degustazioni nelle piazze della “città delle belle torri” in occasione della prima edizione di Regina Ribelle – Vernaccia di San Gimignano Wine Fest.
Organizzata lo scorso giugno, la due giorni ha consentito a turisti e wine lovers di scoprire oltre 100 etichette, tra banchi d’assaggio e masterclass alla Rocca di Montestaffoli, dove nel 2017 il Consorzio ha inaugurato il Vernaccia di San Gimignano Wine Experience La Rocca. Qui, tutti i giorni dell’anno dalle 12 alle 19, è possibile prenotare una delle tre degustazioni guidate: l’Easy Wine Tasting, il Superior Wine Tasting e la Top Masterclass, una lezione di due ore con sei vini del territorio per imparare a conoscere le differenti espressioni di Vernaccia ma anche il vino rosso San Gimignano Doc e un San Gimignano Doc Vin Santo, in abbinamento alle eccellenze gastronomiche locali, dal Pecorino aromatizzato con Zafferano di San Gimignano Dop alla Finocchiona Igp, dal Prosciutto Toscano Dop ai cantuccini alle mandorle.
