Vini ad Arte, la Romagna riparte dal sangiovese

L’edizione estiva e itinerante della manifestazione organizzata dal Consorzio Vini di Romagna ha confermato l’interesse per le sottozone della denominazione regionale.

Da Rimini a Imola, passando per il fascino di Faenza e del suo Museo Internazionale delle Ceramiche che ha ospitato la degustazione tecnica delle nuove annate con 154 referenze in assaggio: quest’anno Vini ad Arte, la manifestazione organizzata dal Consorzio Vini di Romagna – che annovera il 60% dei vigneti dell’intera regione – ha assunto un’inedita forma itinerante. Dal 26 al 30 agosto l’evento si è dipanato infatti in un itinerario che ha portato gli ospiti della stampa internazionale a conoscere le bellezze artistiche e storiche della regione oltre che la sua produzione enologica, visitando 7 cantine e avendo anche la possibilità – non così consueta – di degustare le uve direttamente in vigna avendo un’anteprima dell’annata 2021.

Al centro della manifestazione, realizzata con il patrocinio di Regione Emilia Romagna e Comune di Faenza, ci sono state soprattutto le 16 sottozone – distinte per storia, geografia, composizione dei terreni e sfumature sensoriali – della Doc Romagna Sangiovese, da Bertinoro a Modigliana e Predappio; espressioni diverse di un biotipo, quello del sangovese romagnolo, a sua volta differente da quello toscano e dotato di sue specifiche colturali e culturali a cominciare dall’abitudine locale di vinificarlo in purezza e dal fatto che in Romagna il vitigno dà nome anche al vino.

Se infatti il Romagna Sangiovese Doc si conferma la Denominazione più importante – con una superficie totale coltivata di 6235 ettari e una produzione 11,5 milioni di bottiglie nel 2020 – il Romagna Sangiovese Doc Sottozona mostra una forte crescita produttiva (e relativa richiesta del mercato) superando le 400mila bottiglie; mentre sono invece stabili i numeri delle tipologie Riserva e Superiore, rispettivamente attestate a un milione e quattrocentomila bottiglie e 3 milioni e settecentomila bottiglie. Numeri così commentati da Filiberto Mazzanti, direttore del Consorzio: «Il Romagna Sangiovese DOC Sottozona, al vertice della piramide della Doc, rappresenta il 4 % della produzione romagnola, pari a 434.133 bottiglie, ed è in continua crescita. Un dato che ci spinge a proseguire il percorso intrapreso e a stanziare ulteriori risorse per la promozione di queste 16 sottozone (di cui 4 in via di approvazione ministeriale)».

Nato nel 1962 il Consorzio riunisce 115 aziende vitivinicole di cui 7 cantine cooperative, 5 imbottigliatori e 103 produttori vinificatori, e tutela 1 Docg, 5 Doc, 4 Igt: Romagna Albana Docg, Romagna Doc – con le tipologie Sangiovese, Pagadebit, Cagnina, Bianco e Rosato Spumante –, Colli d’Imola Doc, Colli di Faenza Doc, Colli Romagna Centrale Doc, Colli di Rimini Doc, Rubicone Igt, Forlì Igt, Ravenna Igt, Sillaro Igt.

«Con questa nuova edizione di Vini ad Arte abbiamo voluto raccontare la Romagna del vino anche attraverso le città d’arte dell’entroterra, i borghi medievali, le rocche e gli splendidi paesaggi formati in gran parte dalle vigne – spiega Ruenza Santandrea, Presidente del Consorzio – continueremo a farlo quotidianamente anche online sul nostro portale Cartoline dalla Romagna, il magazine digitale che raccoglie notizie, segnalazioni e itinerari per vivere a 360° la Romagna del vino». Un impegno che proseguirà anche in presenza, con la giornata dedicata a operatori e appassionati in programma l’11 ottobre presso l’Autodromo di Imola.

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